H3G vuole il controllo di Telecom ma pensa alla telefonia

L'8 maggio il consiglio di amministrazione Telecom deciderà sull'operazione con H3G. Intanto pare confermato l'interesse cinese per la sola attività mobile, a dimostrazione che si auspica lo scorporo della rete residenziale.

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a cura di Dario D'Elia

Telecom Italia ha confermato che entro l'8 maggio deciderà se procedere con la trattativa con H3G. Il presidente esecutivo Franco Bernabè è stato molto chiaro al riguardo, durante un recente convegno a Roma.

La data fa riferimento al consiglio di amministrazione che dovrà approvare i dati della trimestrale più dura della storia dell'azienda. Quindi forse non è un caso che a margine si parli dell'opzione più interessante (e complicata) per risolvere una parte dei problemi finanziari.

Telecom Italia

Le ultime indiscrezioni parlano di Hutchison Whampoa interessata alla sola attività mobile del colosso italiano. Una posizione che potrebbe risolvere sul nascere ogni problema con Antitrust e futuro Governo. Insomma, l'asset della rete nazionale non sarebbe a rischio, anche grazie allo scorporo. In ogni caso il gruppo punterebbe al controllo di Telco, mettendo sul tavolo 3 Italia (valutata circa 1,5 miliardi di euro) e un premio aggiuntivo per ottenere la quota di maggioranza.

Per quanto riguarda lo scorporo della Rete Telecom, il Garante della concorrenza e del mercato, Giovanni Pitruzzella, è parso favorevole. Dopodiché si è espresso anche il commissario dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Antonio Preto.

 "All'AGCOM non interessa l'assetto proprietario dell’eventuale nuova società e non vuole interferire con le scelte industriali di Telecom Italia [...] uno scorporo della rete faciliterebbe la realizzazione di un modello di Equivalence of Inputs che, secondo la Commissione europea, è più efficiente rispetto al modello di Equivalence of Outputs nel garantire la parità di accesso alla rete, e dunque rafforzerebbe la concorrenza nel mercato delle TLC".

"Equivalence of Inputs" vuol dire che tutti gli operatori sarebbero soggetti agli stessi prezzi all'ingrosso, alle medesime procedure e a tempistiche uguali. In pratica sarebbero ridotti gli obblighi come l'orientamento al costo sui servizi wholesale ed eventualmente i vincoli di prezzo sui servizi retail.