Hacker all'attacco della scuola italiana, quattro arresti

Avevano attaccato il sito INVALSI cercando l'accesso al relativo database, ma nonostante i loro sforzi si sono lasciati alle spalle delle tracce che la polizia postale è riuscita a seguire. Ora viene contestato loro il reato di accesso abusivo a sistema informatico di pubblico interesse.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Quattro "ragazzi" hanno attacco il sito del sistema INVALSI, l'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo. Presumibilmente volevano sottrarne i dati, ma sono stati individuati e arrestati di recente dalla polizia postale, come si legge su RaiNews.

I quattro "giovani hacker" risultano residenti a Venezia, Torino, Firenze e Matera. Le loro abitazioni sono state perquisite e i loro dispositivi sequestrati. Ora su di loro grava l'accusa di "accesso abusivo a sistema informatico di pubblico interesse", vale a dire il sito invalsi.it.

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Si tratta del sito di riferimento di quel sistema che molti di noi hanno conosciuto per le prove somministrate agli studenti di scuole elementari e medie; il suo obiettivo è misurare il livello di competenze raggiunto e fare una fotografia del nostro sistema scolastico, per fini statistici. L'Istituto si occupa anche degli esami di terza media.

I quattro hanno operato un attacco di tipo SQL Injection, tentando di creare una backdoor per accedere ai dati del sito. Hanno usato tecniche per restare anonimi, ma si sono lasciati dietro tracce che gli investigatori hanno potuto sfruttare per risalire alle loro identità. 

L'attacco è avvenuto pochi giorni fa, sul finire dell'anno scolastico. Le informazioni disponibili non dicono nulla del movente ma è lecito suppore che l'operazione fosse una replica dell'attacco subito dal sito INVALSI nel 2014. In quell'occasione l'obiettivo era impossessarsi delle prove di terza media, per poi eventualmente tentare di venderle agli studenti. L'esame poi si svolse regolarmente.

A tal proposito, la nota della polizia postale si chiude ricordando un'altra operazione, che risponde al nome "Maturità al sicuro". L'obiettivo è proprio arginare il fenomeno delle truffe architettate intorno alle prove di maturità, e che a volte spingono gli studenti a perdere del denaro per acquistare i risultati delle prove che poi si rivelano falsi. La Polizia Postale ripete l'iniziativa ormai da molti anni, in collaborazione con il sito skuola.net.