Hacker ucraini filo-russi attaccano i siti della NATO

Alcuni siti della NATO sono stati presi di mira da un gruppo di attivisti ucraini filo-russi.

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a cura di Elena Re Garbagnati

La tensione politica in Ucraina è sfociata anche sul web, e gli attivisti ucraini filo-russi del gruppo Cyber ??Berkut hanno preso di mira diversi siti web della NATO mediante "significativi" attacchi Distributed-Denial-of-service che hanno mandato offline alcune pagine. L'azione dei cyber criminali è iniziata sabato e si è protratta fino a ieri, giornata del referendum per l'annessione della Crimea alla Russia, la cui validità non è stata riconosciuta a priori dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

La portavoce dell'alleanza militare occidentale, Oana Lungescu, ha comunicato tramite Twitter che nonostante gli attacchi la maggior parte dei servizi ha continuato a funzionare e quelli offline sono stati ripristinati. "In nessun momento è stata ostacolata la nostra capacità di comandare e controllare le nostre forze. In nessun momento c'è stato rischio per i dati critici", ha sottolineato un altro funzionario della NATO.

Il messaggio del Segretario Generale dell'ONU è ancora oniline

A cadere in seguito all'attacco sono stati il principale sito web pubblico della NATO (www.nato.int), su cui era pubblicata una dichiarazione del segretario generale Anders Fogh Rasmussen in cui spiegava che il referendum di ieri viola il diritto internazionale e quindi è illegittimo. A seguire sono andati offline anche il sito di un centro di sicurezza informatica di un'affiliata della NATO in Estonia e la rete delle mail non riservate. 

La matrice politica degli attacchi è fin troppo chiara: gli esponenti del gruppo Cyber Berkut hanno apertamente dichiarato di vedere l'azione della NATO come un'interferenza nella politica interna del loro Paese. Anche il nome scelto dagli attivisti è chiarificatore: "berkut" è un riferimento alle temute squadre antisommossa usate dal presidente filo-russo ucraino Viktor Yanukovich.

L'attacco non ha compromesso nessun dato

Gli attacchi ai sistemi informatici della NATO sono abbastanza comuni, ma un anonimo funzionario della NATO ha spiegato ieri all'agenzia Reuters che quella del fine settimana è stata una vera e propria aggressione. Mosca ha negato di essere dietro agli attacchi e scarica le responsabilità su "patrioti indipendenti", ma ricordiamo che le azioni dei cyber criminali russi in passato hanno spesso supportato la politica di Putin. Gli hacker russi sono stati sospettati di attacchi DDoS nel 2007 contro siti Web e servizi in Estonia, e nel 2008 contro la Georgia. 

È da rilevare inoltre che da quando è montata la protesta in Ucraina c'è stata un'intensificazione dell'attività di hacking, di pari passo con la censura di Internet. Il governo russo ha infatti ordinato agli ISP russi di bloccare l'accesso ai siti russi noti per la loro posizione contraria alla politica di Vladimir Putin e del suo governo.