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a cura di Elena Re Garbagnati

All'indomani della morte di Stephen Hawking mi viene difficile scrivere la rubrica di libri di Scienza sena parlare di lui. Di libri di Hawking ne ho letti tanti, anzi, i suoi sono stati fra i primi che ho letto, attirata dal nome di grande richiamo, ma anche dalla simpatia di un uomo che era spesso in TV e che emanava quell'ironia sottile che a me piace più della battuta di un comico.

Anche quando le edizioni erano simili (penso per esempio a Dal big bang ai buchi neri e alla sua riedizione La grande Storia del tempo. Guida ai misteri del cosmo), le ho lette entrambe. Non è che non so come spendere soldi, o che non ho idee su che cosa leggere. È che quando un libro mi piace fatico a rassegnarmi di averlo finito, e anche una banale scusa per ributtarmici dentro diventa un'opportunità da sfruttare.

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Che cos'hanno di speciale questi libri? Che c'è dentro Hawking, che leggendoli sembra quasi di vedere un documentario in TV raccontato da lui. Sono pieni di battute, aneddoti, punzecchiature più o meno profonde rivolte a teorie, studiosi o al pubblico. Sono una versione della storia che si può capire - mettendoci un po' di impegno, certo, ma senza disperarsi. Sono il racconto paziente di un padre premuroso, quello che di più lontano si può immaginare dall'istituzionale figura del docente.

Ieri sera in TV è andato in onda il film La teoria del tutto in memoria di Hawking, che tantissimi avranno visto, e forse tanti oggi andranno a cercare il libro di cui si narra nel film. Un bel saggio, ma lasciatemi dire che se volete conoscere Hawking ci sono altri titoli da cui partire. Parlo per esempio di Buchi neri e universi neonati, in cui chi ha visto il film troverà curiose note di approfondimento e aneddoti. Per esempio il fatto che per il dottorato a Cambridge Hawking avrebbe voluto Fred Hoyle come supervisore, invece gli toccò "un tale di nome Dennis Sciama, che non avevo mai sentito nominare", che poi fu uno dei più grandi cosmologi della sua epoca! Il bello è che questo libro - che finisce per essere un'autobiografia - è un puzzle di interventi pubblici che Hawking ha scritto, e che (non sappiamo se sia voluto o meno), alla fine tracciano una visione umana dello scienziato.

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Crediti: Reuters/Lucas Jackson

Un Hawking meno uomo e più scienziato è quello che si trova in un altro grande libro, di nome e di fatto, Il grande disegno, il libro in cui Hawking prende il toro per le corna e scrive che l'universo non ha avuto bisogno dell'intervento divino per cominciare a esistere, può crearsi dal nulla sulla base delle leggi della fisica. Quella è solo la conclusione di una trattazione squisita, appassionante e acuta, nonostante la struttura classica sviluppata sull'ordine cronologico con cui vengono presentate le teorie. Quello che gli altri libri simili non hanno però è l'intreccio in cui tutti i pezzi del puzzle vanno al posto giusto, a dimostrare la possibilità di una teoria del tutto, di un santo Graal della Scienza, che dovrebbe spiegare l'origine del Cosmo e della vita stessa basandosi unicamente sulle leggi della Fisica. Non è un libro semplice, qualche conoscenza di base è necessaria per seguire il filo, ma ne vale la pena.

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Se invece di conoscenze ne avete tante potete passare al pezzo da novanta: La natura dello spazio e del tempo, scritto a quattro mani con il grande Roger Penrose. Contiene le trascrizioni di lezioni tenute da Hawking e Penrose nel 1994 all'Isaac Newton Institute for Mathematical Sciences di Cambridge e non è di facile lettura. Gli argomenti sono sempre gli stessi: buchi neri, Big Bang, inflazione, ma il contenuto scientifico è di spessore.

Questo dimostra anche la poliedricità di un autore di altissimo livello qual era Hawking, che sapeva calibrare perfettamente la complessità delle espressioni a seconda dell'interlocutore. Non a caso ha scritto anche libri per bambini con la figlia Lucy, come La chiave segreta per l'universo indirizzato ai piccoli dai 9 anni in su.

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Ma resta il fatto che Hawking è famoso soprattutto per i buchi neri, e se a quelli siete interessati non potete perdere uno dei suoi più grandi capolavori: Dove il tempo si ferma, che contiene lezioni grandiose in cui fa il punto della ricerca, ma soprattutto in cui regala un mirabile riassunto di tutto quello che sappiamo oggi sui "mostri del Cosmo".

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