Hawking: i buchi neri non sono buchi e non sono neri

Stephen Hawking sconvolge la teoria dei buchi neri: quello che entra potrebbe anche uscire, anche se non nella forma originaria.

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a cura di Elena Re Garbagnati

I buchi neri non sono neri e non sono nemmeno buchi. A dirlo è Stephen Hawking, uno dei padri moderni della teoria dei buchi neri. Dopo avere sostenuto per anni la teoria dell'esistenza dei buchi neri, il fisico britannico invia alla prestigiosa rivista scientifica Nature lo studio dal titolo ironico Conservazione dell'informazione e previsioni meteo per i buchi neri di cui aveva già parlato in precedenza e che potenzialmente stravolge parte delle convinzioni attuali.

Per capirlo bisogna partire dall'inizio: un buco nero in passato è stato definito come una regione dello spaziotempo con una massa tale e un campo gravitazionale talmente forte da attirare verso di sé qualsiasi particella e non lasciare più uscire nulla, nemmeno la luce. Gli astrofisici stimano che si crei dal collasso gravitazionale di una stella, un processo che porta l'astro alla fine dalla sua vita a interrompere le reazioni nucleari e lascia prevalere la sua forza gravitazionale, che comprime la massa verso il suo centro.

Stephen Hawking

Per fare un esempio pratico, finora si stimava che un oggetto che supera l'orizzonte degli eventi venga prima stirato allungandosi come uno spaghetto, per poi essere risucchiato e schiacciato o incenerito dal buco nero.

Nell'ultimo studio, tuttora al vaglio della comunità scientifica, Hawking ridefinisce l'orizzonte degli eventi, ossia quel limite intangibile fra l'interno e l'esterno di un buco nero. Non sarebbe un muro senza ritorno, ma un turbinio di radiazioni che lascerebbe spazio non solo per l'ingresso di particelle, ma anche per la fuga di una loro frazione verso l'esterno.

L'aspetto che potrebbe avere un buco nero

Insomma la soglia di quello che viene comunemente definito buco nero sarebbe un "più benevolo orizzonte apparente" che imprigiona solo momentaneamente materia ed energia prima di rilasciarla "in una forma più ingarbugliata". Detto in altre parole, un oggetto che è entrato in buco nero non ne uscirebbe indenne, ma qualcosa di lui tornerebbe indietro in un'altra forma. Per un comune mortale può sembrare una sfumatura, ma ce n'è abbastanza per dover riscrivere un sacco di libri di fantascienza.

Il problema di questa teoria è che per dimostrarla servirebbe un'altra teoria che unisca la gravità alle altre forze fondamentali della Natura. Qualcosa a cui i fisici lavorano da decenni, ma per ora senza risultati.

Lasciamo l'ultimo passaggio all'ironia. Qualcuno di voi si sarà chiesto perché nel titolo del suo studio Hawking tira in ballo le previsioni meteo: perché con le conoscenze attuali secondo il fisico prevedere cosa uscirà da un buco nero è come fare previsioni del tempo accurate a lungo termine. Applausi.