Hawking, incontrare gli alieni potrebbe essere rischioso

Il fisico Stephen Hawking mette in guardia da un ipotetico incontro con gli alieni: se fossero tecnologicamente più avanzati di noi potremmo fare la fine dei nativi americani.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

Stephen Hawking torna ad esprimere preoccupazione per un eventuale contatto dell'umanità conforme di vita aliene. Nel suo nuovo programma "Stephen Hawking's Favorite Places" sulla piattaforma CuriosityStream, il celebre fisico teorico avverte che l'esistenza di civiltà aliene, in particolare se tecnologicamente più avanzate di noi, probabilmente non sarebbe una buona notizia.

38B2CBE600000578 3802993 image a 27 1474578259265

Non è la prima volta che Hawking mette in guardia dalle potenziali minacce aliene: circa un anno fa, in occasione dell'annuncio del progetto Breakthrough Listen, spiegò che "il contatto con gli alieni potrebbe essere una pessima idea", perché "non conosciamo gli alieni ma sappiamo abbastanza degli esseri umani. Guardando alla storia dell'umanità, gli incontri tra civiltà avanzate e altre con tecnologie primitive sono sempre stati deleteri per queste ultime.

Ed è proprio con il progetto Breakthrough Listen che Hawking spera di trovare segnali alieni per esempio su Gliese 832, una "super Terra" a 16 anni luce da noi.  Nel cortometraggio il fisico spiega: "guardando le stelle ho sempre immaginato ci fosse qualcuno lassù. Man mano che invecchio sono più convinto che non siamo soli". Ecco perché ha appoggiato il progetto che andrà alla ricerca di forme di vita esplorando le stelle più vicine, che secondo lui sono "il posto giusto per iniziare la ricerca".  

Gliese

L'esaltazione della ricerca scientifica tuttavia si contrappone a una preoccupazione legata ai possibili effetti collaterali: "se la vita intelligente si fosse evoluta su Gliese 832 C dovremmo essere in grado di sentirlo. Un giorno potremmo ricevere un segnale da un pianeta come questo, ma dobbiamo stare attenti a rispondere. L'incontro con una civiltà avanzata potrebbe rivelarsi per noi come quello dei nativi americani con i colonizzatori. Le cose non sono andate così bene per i primi".

Ricordiamo che non tutti condividono la preoccupazione di Hawking. Anzi, il presidente del METI Doug Vakoch reputa che ormai il danno è fatto, perché con la miriade di trasmissioni radio, TV e altri segnali, sono decenni che riveliamo la nostra presenza ad eventuali ascoltatori.

Altrimenti detto: se stanno arrivando c'è poco che si possa fare, a meno di non ricorrere a soluzioni fantascientifiche come quelle proposte dalla fiction di Indipendence Day, oppure serare che a salvarci possano essere batteri e virus, come suggerisce il finale di La Guerra Dei Mondi di Spielberg. Voi cosa ne dite?