HP denuncia il cartello delle unità ottiche, sette accusati

Toshiba, Samsung, Sony, Panasonic, NEC, Teac e Quanta sono state denunciate da HP per cartello sul prezzo delle unità ottiche.

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a cura di Elena Re Garbagnati

HP ha denunciato sette dei principali produttori di unità ottiche per cartello. L'azienda di Palo Alto sostiene infatti che abbiano cospirato per oltre sei anni al fine di gonfiare artificialmente i prezzi delle unità. La querela è stata depositata presso la corte distrettuale federale di Houston, e punta il dito contro Toshiba, Samsung, Sony, Panasonic, NEC, Teac e Quanta, e relative sussidiarie.

Stando alle accuse, il complotto per tenere alti i prezzi è stato attuato almeno nel periodo compreso fra il 1 gennaio 2004 e il 1 gennaio 2010, quando "quasi tutti i prodotti di intrattenimento e di archiviazione dati erano su dischi ottici". In quel periodo "gli imputati e loro affiliate controllavano oltre il 90% del mercato ODD" si legge nella denuncia. "Inoltre, gli imputati detenevano o controllavano una quantità tale di brevetti da imporre costi di licenze così elevati da scoraggiare chiunque volesse intromettersi nel settore."

Cartello dei prezzi anche per le unità ottiche?

Al centro della questione sono i brevetti relativi al formato Blu-ray, più altri inerenti le tecnologie CD e DVD. Ovviamente se fosse confermata un'azione simile sarebbe evidente la ricaduta sui produttori di computer desktop e notebook, fra cui HP.

"HP ha pagato prezzi più alti di quello che avrebbe pagato in un mercato competitivo" si legge infatti nella denuncia, e per questo chiede i danni alle aziende accusate. Non è la prima volta che si sospetta un cartello dei produttori di unità ottiche: a fine 2009 era già stata aperta un'inchiesta da parte del Dipartimento di Giustizia statunitense (DOJ) che aveva indagato Sony Optiarc America, Toshiba e Hitachi. Forse la denuncia di HP servirà a fare chiarezza una volta per tutte.

Del resto dopo il clamore suscitato a livello globale dal cartello dei prezzi degli LCD non ci sarebbe da stupirsi se anche per le unità ottiche negli stessi anni fosse successo qualcosa di analogo. E se i produttori di PC ne hanno pagato le conseguenze, indirettamente le hanno subite anche i consumatori, pagando i computer più di quanto avrebbero dovuto.