HTC Vive, uomo l'ha indossato per 48 h senza conseguenze

La tecnologia avanza e i problemi fisici come nausea o mal di testa legati all'indossare troppo a lungo un visore per la realtà virtuale sembrano superati, ma persistono alcuni problemi psicologici, come testimoniato da un'artista che ha trascorso 48 H con un HTC Vive in faccia.

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a cura di Alessandro Crea

Come sarebbe vivere per più di qualche ora immersi nella realtà virtuale, diciamo per un paio di giorni? Se l'è chiesto un'artista, Thorsten Wiedemann, che per 48 ore si è sottoposto a un esperimento in ambiente controllato, indossando un HTC Vive.

Il risultato? "Non ho avuto alcun problema fisico, come affaticamento oculare, forti mal di testa o nausea", tuttavia dopo le prime 25 ore Wiedemann ha dovuto affrontare un attacco di panico che l'ha quasi portato ad abbandonare l'esperimento. Superata la difficoltà comunque tutto è filato liscio sia prima che dopo.

Sembrano dunque risolti i problemi dei primi prototipi che provocavano facilmente malessere fisico se li si usava continuativamente per troppo tempo, tuttavia altri problemi persistono ancora, forse più difficili da risolvere.

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Ma perché Wiedemann l'ha fatto? L'esperimento, di cui potete visualizzare lo streaming video a questo indirizzo, si chiama Disconnected, è stato ideato dallo stesso Wiedemann e si è svolto presso il Game Science Center di Berlino, con l'intento di verificare appunto le reazioni umane a quello che, secondo Wiedemann, sarà il passatempo principale delle persone entro 10 anni, vale a dire trascorrere molto tempo nella realtà virtuale per incontrare amici internazionali e vivere con loro pazze avventure.

Wiedemann è stato seguito per tutto il tempo dal proprio "sciamano VR" Sara Lisa Vogl, che l'ha condotto attraverso una serie di giochi, demo ed esperienze che ricordavano i trip lisergici, al fine di tenerlo occupato per tutto il tempo.

Wiedemann inoltre ha riposato soltanto per due ore e mezza ogni giorno, all'interno di un'accogliente caverna, ovviamente virtuale, con vista sulle stelle e si è nutrito esclusivamente con speciale cibo liquido, cioccolata e banane, assumendo anche dei farmaci che hanno inibito il suo bisogno di espletare i bisogni fisiologici.

Non sappiamo se la previsione di Wiedemann sul 2026 si rivelerà esatta, quel che è certo è che vivere in una realtà fittizia ci procurerà ancora per diverso tempo molti problemi, se non fisici, almeno psicologici. Forse superarli sarà possibile, ma è davvero necessario passare tanto tempo in mondi fittizi? Qual è la vostra idea?