Huawei spiata dagli USA, ma non era il contrario?

La National Security Agency si è infiltrata nei sistemi della cinese Huawei.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Viene in mente quell'adagio sul bue e sull'asino quando si scopre che la NSA ha violato i server della cinese Huawei e spiato metodicamente clienti e dipendenti. Trattandosi di quell'azienda che in più occasioni è stata accusata di essere essa stessa un'arma di spionaggio al servizio di Pechino, l'ironia non manca.

In passato l'azienda cinese aveva dovuto affrontare grosse difficoltà commerciali in USA e in Europa, e non è mai riuscita a convincere Washington di non avere nessun legame con l'Esercito Popolare di Liberazione (EPL). A questo punto le già difficili relazioni tra Stati Uniti e Huawei non potranno che farsi ancora più tese, per non parlare di quelle con il governo del gigante asiatico.

Huawei, quartier generale

Stando all'articolo comparso sul New York Times infatti la NSA nel 2010 mise in piedi l'operazione Shotgiant (qui le slide segrete rivelate da E. Snowden) proprio alla ricerca di un legame tra Huawei ed EPL. C'era però anche un altro obiettivo, raccontano David E. Sanger e Nicole Perlroth: gli agenti della NSA volevano anche "sapere come colpire i sistemi così che, quando avversari e alleati avessero comprato dispositivi Huawei, gli Stati Uniti avrebbero potuto agganciarsi alle reti".

Più in generale si puntava a monitorare, controllare e sorvegliare le molte infrastrutture dove Huawei è presente, e ottenere così accesso al traffico in diversi paesi (Iran, Iraq, Cina, Pakistan, Cuba, etc..). Non sono noti però i dettagli tecnici riguardo a questi aspetti, perché il NYT non li ha pubblicati su esplicita richiesta del governo Obama. È noto però che oltre a Huawei la NSA ha violato anche i sistemi dei due più grandi operatori cellulari cinesi, e i luoghi di lavoro dei più importanti leader del paese.

Il tedesco Der Spiegel aggiunge che gli agenti della NSA hanno copiato una lista di almeno 1.400 clienti di Huawei e documenti formativi sui prodotti, tra le altre cose. La rivista tedesca ha inoltre dato alle stampe il libro "The N.S.A. Complex", basato appunto sui molti documenti riservati resi pubblici nei mesi scorsi.

Xi Jinping, presidente della Cina (Wikimedia)

Se non altro con lo spionaggio da parte della NSA gli agenti statunitensi dovrebbero saperne abbastanza su Huawei e sulle sue supposte attività "antiamericane". Almeno questo si potrebbe pensare, ma non è così: nel 2012 un rapporto non secretato della NSA affermava che non c'era prova di tale ipotetica relazione, ma allo tempo suggeriva che all'azienda, insieme a ZTE, andassero proibite acquisizioni, OPA e fusioni negli Stati Uniti.

Un dirigente Huawei, William Plummer, ha comunque dichiarato che "se c'è stato davvero spionaggio allora è noto che la società è indipendente e senza legami sospetti con alcun governo. Fatti che andrebbero resi pubblici per fermare un'era di disinformazione". Le speranze si Plummer tuttavia non troveranno presto risposta, mentre operazioni come questa - conclude l'articolo del NYT, non fanno che accentuare e accelerare le operazioni di cyberguerra che ormai si svolgono da anni tra le grandi potenze del mondo.