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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Non si saprà praticamente nulla almeno fino a fine febbraio, ma certo non manca di sollevare grande attenzione il progettone sul quale stanno lavorando cinque grandi player della tecnologia e del multimediale, un progettone che ha come obiettivo nientemeno che la fine del file sharing illegale.

Ad investire su quello che fin qui è noto come Progetto Hudson sono colossi del calibro di Intel, Nokia, Samsung, Toshiba e Mastushita, tutte imprese fortemente impegnate nei diversi business legati alla portabilità della musica e di altri contenuti. Al centro di tutto, dunque, c'è la costruzione di una piattaforma DRM (Digital Rights Management) con un occhio puntato sulla portabilità.

La mossa ricorda da vicino l'iniziativa messa in piedi dal Content Reference Forum che punta ad un file sharing possibile ma solo se e quando legale. La maggiore differenza sta nel fatto che, ma la conferma si avrà solo a febbraio, il Progetto Hudson punta anche sull'hardware per garantire i titolari dei diritti di proprietà intellettuale. L'idea, comunque, è di consentire la condivisione di file protetti solo tra utenti che hanno acquistato il diritto di farlo. Ma il sistemone potrà essere sfruttato anche a fini commerciali e pubblicitari: per esempio far ascoltare un brano prima di proporne l'acquisto.

Va anche detto che in queste settimane lo sviluppo delle tecnologie DRM sta subendo una rapida accelerazione. A metà dicembre Philips, per esempio, ha annunciato uno standard per la protezione dei contenuti digitali senza che questo ostacoli la portabilità dei contenuti stessi sui supporti e i player più diversi.

L'annuncio ufficiale di Hudson con tutti i particolari, come detto, si avrà solo a fine febbraio ma c'è già chi sostiene che, in fondo, il tentativo dei big è quello di far risorgere, ad anni dalla sua morte, i progetti della SDMI, quella Secure Digital Music Initiative schiantatasi contro le capacità di accreditati hacker, costretti peraltro a difendere in tribunale le proprie ricerche.