Human Technopole, il progetto del dopo Expo è al via

Human Technopole prende il via: il centro di ricerca internazionale coinvolgerà università, ospedali, centri di ricerca già esistenti e scienziati da tutto il mondo.

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a cura di Elena Re Garbagnati

L'atteso progetto per l'Area Expo 2015 è pronto. Come preannunciato si chiama "Human Technopole, Italy 2040", ed è stato presentato ufficialmente ieri alla stampa alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

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Come aveva spiegato in dettaglio a Tom's Hardware il professore Roberto Cingolani, direttore dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) che aveva proposto l'idea e si era preso carico di curare l'organizzazione di questo mastodontico puzzle, si tratta di un progetto scientifico che promuove un approccio multidisciplinare ed integrato sul tema della salute e dell'invecchiamento combinando insieme medicina, big data, nanotecnologie e nutrizione. L'obiettivo è quello di rendere l'Italia uno dei Paesi leader mondiale nelle tecnologie umane e della long life.

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Quando il progetto fu annunciato a novembre 2015 era una bozza, oggi ci sono i nomi di tutti i partener che hanno aderito all'iniziativa: Istituto Italiano di Tecnologia, il Politecnico di Milano, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi Milano Bicocca, istituti di ricerca clinica e ospedaliera di Milano, Fondazione Edmund Mach di Trento, Fondazione ISI di Torino, CINECA di Bologna e CREA.

Più in dettaglio ci saranno 7 centri di ricerca e 3 "facilities" condivise. I centri di ricerca sono Medical Genomics, Neurogenomics, Agri-Food and Nutrition Genomics, Data Science, Computational Life sciences, Analysis, decision and Society, Nano Science and Technology. Le "facilities" invece sono Central Genomics, Imaging e Data Storage and High Performance Computing.

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Roberto Cingolani dell'IIT

Sono confermate le line organizzative che erano state prospettate in prima battuta da Cingolani: nell'ex area Expo a Milano sarà creata un'infrastruttura centrale di laboratori che ospiterà a regime circa 1500 fra ricercatori, tecnici e amministrativi. Altri laboratori sorgeranno all'interno degli istituti di ricerca partner, sotto forma di Outstation. La fase di startup durerà 3 anni, al termine della quale è prevista una prima valutazione da parte di panel internazionali.

I ricercatori che si proporranno per lavorare nell'ambito dello Human Technopole, Italia 2040 saranno selezionati tramite call internazionali, in linea con gli standard internazionali. Anche su questo punto Cingolani era stato chiaro: l'obiettivo è quello di attrarre scienziati di rilevanza mondiale senza barriere di nazionalità, quindi "gli stranieri riconosceranno lo stesso meccanismo di funzionamento che c'è a casa loro" e tutti i candidati, italiani e non, avranno pari possibilità.

Le figure che saranno richieste spazieranno da biologi, fisici, biotecnologi e ingegneri, passando per matematici, medici, chimici e nutrizionisti, e tutto saranno spinti a collaborare fra loro in un contesto di multidisciplinarietà e di contaminazione scientifica.

Confermato anche il focus sulla genomica, che mirerà a svolgere ricerche mirate per individuare soluzioni e strategie terapeutiche alle malattie oncologie ed auto-immuni, all'invecchiamento. Si parla per esempio di malattie neurodegenerative quali Alzheimer, Parkinson e Sclerosi Laterale Amiotrofica, che saranno oggetto di studio del Centro di Neurogenomics. Al Centro di Agri-food and Nutrition Genomics invece verranno radunati i migliori esperti nei settori dell'agroalimentare, nutrizione e salute affinché definiscano, in modo inedito a livello internazionale, la corretta nutrizione preventiva all'insorgenza di malattie degenerative.

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Lo sviluppo degli algoritmi di analisi della grande massa di dati ottenuta sarà invece affidato al Centro Data Science, che avrà il compito di integrarle con informazioni di tipo epidemiologico e valutazioni etico-sociali. Infine, il Centro di Computational Life Sciences svilupperà modelli multiscala di nuova generazione (per esempio per 3D genome) e la tecnologia necessaria all'analisi e studio dei big data. Mediante la simulazione in ambiente virtuale dell'interazione tra nuove molecole e strutture biologiche sarà possibile scoprire nuovi farmaci.

Nono sono poi di secondaria importanza il Centro di Analysis, Decisions and Society per fornire strumenti matematici, statistici e computazionali necessari a gestire i risultati ottenuti nelle diverse aree, e il Centro di Nano Science and Technology per studiare materiali e dispositivi nanotecnologici atti a migliorare il monitoraggio dello stato dei pazienti e dei cibi.

Il progetto così strutturato ha raccolto come sempre onori e contestazioni. Sul fronte dei "contro" si è schierata per esempio la scienziata italiana Elena Cattaneo con un editoriale su La Repubblica in cui contesta la decisione politica di finanziare il progetto Human Technopole, a fronte dei molti tagli alla ricerca fatti dal Governo italiano anche in epoca molto recente, che stridono in confronto al miliardo e mezzo di euro nei prossimi dieci anni garantiti allo Human Technolpole.

Cattaneo parla senza mezzi termini di ricerca agonizzante, marchia il progetto sul post-Expo come una distorsione per fini politici, e un esempio di "come non si dovrebbero gestire i fondi pubblici per la ricerca". Denuncia "l'inaffidabilità, l'intermittenza, 'la dispersione e la frammentazione' di quanto viene stanziato, i metodi di erogazione, cioè le procedure opache e con obiettivi vaghi di assegnazione dei finanziamenti, le valutazioni in itinere ed ex-post praticamente assenti. Il tutto condito da preoccupante approssimazione politica. La stessa con cui si passa, indifferentemente, dalle public calls (i bandi pubblici) alle phone calls (le assegnazioni via telefono), o ai fondi top- down, assegnati dal decisore politico direttamente al beneficiario.

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La scienziata Elena Cattaneo

L'attacco è rivolto chiaramente alla politica poco coerente e alla decisione di affidare un progetto tanto importante a realtà private. E all'avere consegnato all'IIT, fondazione di diritto privato, "la possibilità di reclutare, con i soldi pubblici, ricerche (cioè idee) di altre istituzioni. Deciderà a chi e come distribuire i finanziamenti. Quali spazi assegnare e a chi. In altre parole l'IIT riceve e ri-eroga fondi pubblici, come un'Agenzia di finanziamento, come già in diversi casi succede ora (basta leggere i dati pubblici), quando ogni studioso avrebbe il pieno diritto di accedere ai fondi direttamente alla fonte pubblica, con l'idea di cui è depositario, senza pagare pegno al Re Mida di turno".

Sulla questione si dibatterà a lungo e c'è da scommettere che le voci in campo saranno molte. Intanto il progetto Human Technopole va avanti in silenzio. E si sa mai che il silenzio sia la chiave per arrivare a un risultato finora rincorso a parole ma mai raggiunto.