I Bitcoin non sono soldi veri, dicono l'Europa e la Norvegia

Autorità Bancaria Europea e Norvegia mettono in guardia dai Bitcoin.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

L'Autorità Bancaria Europea (ABE) ha pubblicato un avviso per mettere in guardia gli investitori dai rischi degli investimenti in Bitcoin (BTC). Il testo sottolinea il fatto che si tratta d'investimenti senza garanzia alcuna, e che il sistema non è protetto da nessuna normativa. Un fatto relativamente noto, ma si è ritenuto necessario sottolinearlo considerato il crescente interesse dei consumatori verso la più famosa delle criptomonete (vedi anche Bitcoin: la moneta digitale che ci libera dalla banche - Bitcoin: dal mining ai complotti, tutto sulla moneta digitale e Bitcoin, da dove vengono le monete senza banche).

Contemporaneamente il governo norvegese ha affermato che BTC non è vero denaro. "Bitcoin non ricade nella comune definizione di denaro o valuta", ha infatti affermato Hans Christian Holte, dirigente del fisco norvegese. Il paese tratterà quindi BTC come un asset e vi applicherà una tassazione di tipo patrimoniale, spiega Saleha Mohsin su Bloomberg.  

Scappare in Norvegia, con o senza Bitcoin?

Tanto la posizione dell'UE quanto quella della Norvegia sono corrette. Comprare BTC non dà nessuna garanzia infatti, né ci sono certezze sul mantenimento del valore di scambio con il dollaro (al momento circa 875 dollari, MtGox), e se ci si affida a un servizio di trading online si può perdere tutto in caso di furto o chiusura del servizio stesso (vedi anche Bitcoin: rubati 1,2 milioni di dollari, colpa del cloud! e Bitcoin: oltre 3 milioni di euro in tasca a truffatori e ladri).

Similmente qualcuno potrebbe entrare nel nostro computer e rubarci il portagli BTC, e non ci sarebbe nessuno a cui chiedere aiuto. Insomma è un investimento ad altissimo rischio, ma d'altra parte è altissimo anche il possibile profitto, se ci si muove bene.

Allo stesso modo, l'affermazione del governo norvegese è condivisibile: se accettiamo il fatto che il denaro "vero" è quello regolamentato da stati e banche, allora Bitcoin non lo è. In questo caso però la definizione è forse una forzatura, perché potremmo anche dire che il denaro vero è quello che mi permette di comprare beni e servizi: se prendiamo come valida quest'affermazione, allora Bitcoin è reale quanto l'euro o il dollaro.

Non sembra comunque che né l'ABE né la Norvegia siano apertamente contro Bitcoin, ma piuttosto che le due autorità stiano cercando di rendere semplicemente i consumatori più consapevoli. Se si vuole investire in questo prodotto, insomma, che lo si faccia sapendo quali sono i rischi.

Non c'è nulla di male nell'avvisare, ma comunque queste prese di posizione, come quella del governo cinese, potrebbero influenzare negativamente il valore di BTC. Il loro effetto infatti potrebbe farsi sentire a medio termine sulla fiducia dei consumatori, ma è difficile che si assista a un vero e proprio crollo in tempi brevi.

Anche perché non mancano spinte nella direzione opposta: per esempio ci sono sempre più negozi fisici e servizi online che accettano BTC come forma di pagamento (la settimana scorsa è stata venduta la prima auto). O ancora ci sono diversi sviluppatori di client BitTorrent che stanno lavorando per integrare BTC nei propri prodotti