I costi della rimozione

Intervista - Il fondatore di D-Orbit, Luca Rossettini, ci spiega rischi e costi dei satelliti in disuso e la sua idea per farli diventare una fonte di profitto.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

I costi della rimozione

Rossettini ci ha spiegato che attualmente per rimuovere un satellite si può usare il sistema propulsivo che ha già a bordo, lo stesso che ha usato per rimanere in orbita: una soluzione inefficiente che  richiederebbe di tenere da parte, inusato, abbastanza propellente per questa operazione invece di usarlo per l'attività del satellite e quindi generare profitto vendendo servizi per un tempo più lungo. Ha un costo variabile che è all'incirca di 25 milioni di euro per satellite, l'equivalente di circa sei mesi in orbita.

E pariamo solo del costo dovuto alla mancata operazione in orbita, a cui bisogna aggiungere quelli dell'operazione di rimozione che è molto complicata, con radar e telescopi puntati per settimane e settimane, se non mesi, con diverso personale ai quadri di comando 24 ore su 24. I costi non sono quantificabili perché dipende dalle aziende coinvolte, ma tipicamente siamo nell'ordine di qualche milione.

Se ci fosse un dispositivo come il nostro a bordo invece quello che potrebbe succedere è che il satellite ancora operativo, invece di riservare una parte di propellente per la rimozione, può restare in orbita più a lungo (quei 25 milioni invece che una perdita diventano una profitto) e alla fine della vita in modo molto molto rapido e con un'operazione molto più semplice di quella descritta prima potrebbe attivare il nostro dispositivo ed essere rimosso.