I cristalli di memoria di Superman salveranno i nostri dati?

Registrare e recuperare informazioni su nanostrutture di vetro è possibile. Si parla di 360 terabyte di dati per disco.

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a cura di Manolo De Agostini

Gli scienziati della dell'Università di Southampton sono riusciti, per la prima volta, a dimostrare che è possibile registrare e recuperare informazioni su nanostrutture di vetro su cui si è scritto con laser capaci di operare nell'ordine dei femtosecondi (milionesimo di miliardesimo di secondo).

Questa soluzione di archiviazione avanzata promette di offrire una capacità di 360 terabyte "per disco", una stabilità termica fino a 1000 gradi e una durata di vita praticamente illimitata. Nella memoria di vetro, che secondo i ricercatori ricorda i cristalli di memoria di Superman, i dati vengono registrati grazie a nanostrutture auto-assemblanti create nel quarzo fuso, un materiale capace di memorizzare grandi quantità di informazioni per oltre un milione di anni.

La codifica avviene in "cinque dimensioni": la grandezza e l'orientamento si aggiungono alla posizione tridimensionale delle nanostrutture. La nuova tecnica di archiviazione è stata messa alla prova (con successo) scrivendo un file di testo da 300 kilobyte su tre strati di punti nanostrutturati, separati di 5 micrometri. Le nanostrutture autoassemblanti cambiano il modo in cui la luce viaggia nel vetro, modificando la polarizzazione della luce che, successivamente, può essere letta grazie alla combinazione di un microscopio ottico e un polarizzatore.

"Stiamo sviluppando una forma molto stabile e sicura di memoria portatile usando il vetro, e questo può essere molto utile alle organizzazioni con grandi archivi. Oggi le aziende devono eseguire backup dei loro dati in un periodo tra cinque e dieci anni perché gli hard disk hanno una durata di vita relativamente ridotta", ha dichiarato Jingyu Zhang, che ha condotto la ricerca insieme a un team della Eindhoven University of Technology.

"Potrebbero beneficiarne i musei che vogliono preservare informazioni o gli archivi nazionali che hanno moltissimi documenti", ha aggiunto Zhang. Secondo il professor Peter Kazansky dell'Optoelectronics Research Centre dell'Università di Southampton "abbiamo creato il primo documento che probabilmente sopravvivrà alla razza umana. Questa tecnologia può mettere al sicuro l'ultima prova della civilizzazione: tutto quello che abbiamo imparato non andrà perduto".