I cyberattacchi sono diventati il triplo grazie anche all'Italia

L'ultimo rapporto di Akamai ci racconta come gli attacchi informatici di tipo DDoS siano triplicati tra il 2011 e il 2012. Provengono in gran parte dalla Cina, ma tra i primi dieci paesi di origine c'è posto anche per l'Italia.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Gli attacchi digitali sono triplicati dal 2011 al 2012. A sostenerlo è Akamai, società che detiene e gestisce una delle più grandi reti al mondo per la distribuzione dei contenuti (circa 700 milioni di indirizzi IP unici), e che ha tratto queste conclusioni esaminando le attività sui propri server e le informazioni fornite dai clienti.

Emerge così che solo sulla rete presa in considerazione si sono verificati nel 2012 768 attacchi DDoS, il triplo rispetto all'anno precedente. La maggior parte di essi hanno preso di mira siti e servizi commerciali, mentre il 20% aziende di grandi dimensioni e rispettivi clienti.

Sembra quindi che gli obiettivi prediletti dei criminali siano siti che in qualche modo possano dare un guadagno immediato. Il valore più alto che possono offrire, in genere, è il database dei clienti: informazioni personali di migliaia di persone che includono nome, indirizzo, email, preferenze di vario tipo e spesso anche la carta di credito. Gli attacchi a grandi aziende e istituzioni finanziarie, poi, si giustificano anche con il furto d'informazioni riservate.

Il numero tra l'altro potrebbe anche essere più alto, perché il report prende in considerazione solo gli attacchi che hanno richiesto un intervento del personale, ma ce ne sono molti che, per fortuna, non riescono a superare le difese automatiche.

La maggior parte degli attacchi ancora una volta proviene da territorio cinese, in aumento dal 33 al 41 percento dal penultimo all'ultimo trimestre. Quelli provenienti dagli USA invece sono in calo, dal 13 al 10 percento. Tra i primi dieci si trova anche l'Italia: dal nostro Paese infatti è partito l'1,6% degli attacchi registrati, e questo ci colloca al nono posto in questa poco edificante classifica.   

I dati sono quelli del rapporto State of The Internet che la società pubblica ogni anno, e che include una grande varietà d'informazioni. Come per esempio quelle sulla diffusione della banda larga, di cui abbiamo parlato ieri.