I libri digitali a scuola non convincono gli studenti italiani

Il portale Studenti.it ha realizzato un sondaggio fra i suoi lettori: il 46% ha dichiarato di preferire il caro vecchio libro di carta alla versione digitale. Le resistenze degli studenti sono probabilmente dovute alla vaghezza della circolare ministeriale e al fatto che in Italia la rete non è gratuita.

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a cura di Dario D'Elia

I libri digitali, dal prossimo anno obbligatori nelle scuole, non sembrano entusiasmare gli studenti italiani. La circolare 18 del Ministero della Pubblica Istruzione che ha stabilito per l'anno scolastico 2012/2013 la redazione mista (digitale e cartacea) per i testi scolastici ha lasciato un po' tutti perplessi. 

Il portale Studenti.it ne ha approfittato per lanciare un sondaggio sull'argomento, e a fronte di circa un migliaio di partecipanti l'esito ha certamente delineato uno scenario interessante. "Il risultato è che i giovani apprezzano la novità, ma non fanno salti di gioia: se un 33% di studenti ritiene che la svolta digitale farà risparmiare, e il 21% apprezza l'impatto positivo che una innovazione del genere avrà sull'ambiente, il restante 46% si è rivelato, contro ogni previsione, tradizionalista e ha dichiarato di preferire il caro vecchio libro di carta", sottolinea la nota del sito di Banzai.

Studenti

Nulla di nuovo sotto il Sole, anche Tom's Hardware si confronta quotidianamente con un cospicuo numero di appassionati di tecnologia conservatori. Sembra un ossimoro ma è la realtà di un paese che ha difficoltà a guardare al futuro senza provare sfiducia. Il pensiero medio non è mai "bella trovata, con qualche miglioramento sarà fantastica", bensì "che stupidaggine, è la stessa cosa di questo o quello, ennesimo spreco di soldi... etc.".

Per quanto riguarda la svolta digitale è evidente che non saranno banditi i libri cartacei: bisognerà individuare il giusto equilibrio d'uso tra i formati. In alcuni casi sarà più comodo il testo tradizionale, in altri la versione e-book.

"È una svolta epocale che prende tutti un po' di sorpresa. Le resistenze degli studenti sono probabilmente dovute alla vaghezza della circolare ministeriale e al fatto che in Italia la rete non è gratuita", ha commentato Marta Ferrucci, responsabile di Studenti.it. "Inoltre, non va dato per scontato che tutti abbiano in casa un computer o che le scuole italiane siano già adeguatamente dotate delle risorse necessarie per garantire PC e connessioni internet a tutti e in momenti diversi della giornata".

Beh, detta tutta è più probabile che nelle case dei ragazzi vi siano almeno un portatile e uno smartphone, più che una libreria.