I negozi online europei fanno i furbi: il peggio è nei giochi

L'ultima indagine della Commissione UE ha confermato che il 75% dei siti e-commerce europei non tutela adeguatamente i consumatori. Svettano quelli specializzati in videogiochi. In Italia 7 siti su 10 si sono dimostrati non a norma con il Codice al Consumo.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

L'e-commerce fa risparmiare moltissimo ma secondo un'indagine su scala europea il 75% dei siti Web di vendita non tutela adeguatamente i consumatori. Doccia fredda per i consumatori comunitari, che pensavano di non aver problemi per acquistare giochi, libri, video o musica online. In Italia ne sono stati controllati 10 e ben 7 sono risultati irregolari. Maglia nera per Spagna: 24 da revisionare su 28 analizzati.

"Ciò è ancor più preoccupante quando l'utenza è costituita da consumatori vulnerabili, ad esempio i bambini", sottolinea la Commissione Europea. "Gli utilizzatori devono aprirsi la via a colpi di clic attraverso un labirinto di condizioni contrattuali per trovare alla fine che somma dovranno pagare e i bambini sono spesso allettati a acquistare articoli legati a giochi suppostamente gratuiti".

Per Tonio Borg, commissario responsabile per la Salute e la Politica dei consumatori, il fronte videoludico è fra i più preoccupanti. "Genitori, state attenti, la metà di questi giochi scaricabili sono pubblicizzati come se fossero gratuiti, ma vi potreste trovare rapidamente davanti a conti stratosferici relativi agli articoli virtuali necessari per continuare a giocare", ha spiegato Borg.

e-commerce

Entrando nei dettagli si è scoperto che su 333 siti web, tra cui 159 che vendono giochi online, ben 254 violano le regole soprattutto per quanto concerne la disciplina pubblicitaria e le informazioni fondamentali sui costi e le caratteristiche del contenuto digitale. "Tra i 55 siti controllati tra quelli che vendono giochi a bambini di meno di 14 anni, il 71% (39) non è risultato conforme alla normativa UE", continua la nota.

Svettano le clausole inique (69%) come quelle che escludono la responsabilità del commerciante in caso di danni al computer del consumatore a seguito di un download, o ostacolano il diritto dei consumatori a cercare riparazione legale, oppure ancora quelle che privano del diritto di ricevere un nuovo prodotto o di chiedere il rimborso se il prodotto scaricato non funziona.

Seguono a ruota i problemi legati al diritto di recesso (42%) sopratutto in ambito software: non si possono restituire i giochi scaricati. E dire che basterebbe a informare i consumatori di questo fatto precedentemente all'acquisto.

I problemi riscontrati

Infine si è evidenziata la mancanza (36%) di informazioni sull'identità e l'indirizzo del commerciante. "I commercianti sono obbligati a indicare la loro identità, il loro indirizzo geografico e la loro mail sul loro sito web per consentire ai consumatori di contattarli ove necessario", ricorda la nota della Commissione UE.

Come se non bastasse si è scoperto che non vengono fornite informazioni sulle restrizioni geografiche riguardanti i contenuti digitali acquistati. Infine i giochi pubblicizzati come "gratuiti" "spesso comportano qualche pagamento in una fase successiva: circa 9 su 10 siti web non informano gli utilizzatori sin dall'inizio sui costi addizionali o sugli acquisti in corso di gioco".

A questo punto la palla passa alle autorità nazionali che a quanto pare hanno già iniziato a contattare le imprese e a chieder loro di fornire chiarimenti o di rettificare i loro siti web. L'inadempienza comporterà azioni legali, quindi sanzioni pecuniarie o addirittura la chiusura obbligata dei siti web.