I nostri redditi pubblicati online? Il garante dice no

Il Garante della Privacy Francesco Pizzetti critica la possibilità che vengano rese pubbliche online le dichiarazioni dei redditi dei cittadini. Si tratterebbe di una grave violazione. Anche l'ADOC è contraria e pronta a dare battaglia.

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a cura di Dario D'Elia

Il Garante della Privacy ha bocciato sonoramente la possibilità che i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiano possano andare online. Al centro del dibattito gli emendamenti alla manovra che potrebbero consentire ai Comuni di rendere pubblica la "situazione fiscale" di ogni cittadino

"Rendere visibili online i redditi dei cittadini è una grave violazione della privacy siamo assolutamente contrari a tale forma di lotta all'evasione fiscale che, al contrario, va combattuta portando in detrazione più del 20% delle parcelle dei professionisti, rendendo obbligatorio lo scontrino fiscale anche per chi aderisce agli studi di settore e per i tassisti", sostiene Carlo Pileri, Presidente dell'ADOC.

Pizzetti ha detto no

Così la pensa anche Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali. "Non esiste in un altro paese al mondo. Si tratta di una scelta grossa che cambia il rapporto tra Stato e cittadino e porta il cittadino a diventare delatore; si rischia una società della paura", ha dichiarato ieri a SkyTG24. "Cosa si pubblica? Tutta la cartella è una follia perché ci sono anche dati sanitari e a che scopo? Per quanto tempo?".

Questo tipo di pubblicazione avviene "solo in Finlandia ma con l'uso di password e solo relativamente ai redditi mentre in Norvegia sono resi pubblici in Rete per un tempo limitato".        

"Oltre il 70% degli italiani è contrario alla pubblicazione in rete della dichiarazione dei redditi, come ampiamente dimostrato tre anni fa in occasione della pubblicazione dei redditi da parte dell'Agenzia delle Entrate. Ci appelliamo al Garante per la protezione dei dati personali affinché si adoperi per bloccare la diffusione dei redditi degli italiani", ha aggiunto Pileri.

"Se così non fosse non escludiamo la possibilità di intentare un'azione collettiva a risarcimento dei danni subiti da contribuenti. In altri Paesi la situazione è assai diversa. Le denunce dei redditi sono strettamente private negli Stati Unti e non sono mai rese pubbliche dall'IRS, il fisco americano, così come in Gran Bretagna nessuno può accedere a file privati senza avere una liberatoria. Anche in Germania non è possibile rendere pubbliche le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti a causa delle rigorose regole sulla privacy. In Irlanda, invece, sono online solo i redditi degli evasori fiscali accertati".