Secondo un recente sondaggio condotto dalla rete di pagamento Mercuryo, il 57% degli intervistati ritiene che accettare pagamenti in bitcoin fornirà alle aziende un vantaggio competitivo. Più di un terzo delle aziende ha indicato che i consumatori avevano chiesto di pagare in bitcoin, ether o altra valuta digitale.
I clienti erano d'accordo, con il 58% degli acquirenti che volevano che le criptovalute fossero accettate come forma di pagamento, secondo la ricerca di Mercuryo. Non dovrebbe sorprendere che le richieste di accettazione dei pagamenti crittografici siano in aumento, dato che un terzo (34%) delle organizzazioni finanziarie del Regno Unito attualmente effettua pagamenti tramite blockchain.
Al fine di compilare il rapporto, sono stati intervistati 501 decisori finanziari chiave nel Regno Unito. Le grandi imprese che impiegano più di 250 dipendenti costituivano oltre la metà della dimensione del campione. Il 40% dei rispondenti sono dirigenti a livello di consiglio di amministrazione o di direttore, mentre il resto sono partner o imprenditori.
Il recente annuncio che Visa sta introducendo il proprio servizio di consulenza crittografica per aiutare i clienti a navigare nel mondo delle criptovalute riflette questa esigenza. Con le fintech che chiedono a gran voce di sfruttare la tecnologia crittografica, importanti attori del settore come Revolut stanno già considerando di lanciare il proprio scambio crittografico per ampliare la propria offerta, indicando una potenziale nuova era per l'accettazione diffusa delle valute digitali all'interno dell'ambiente dei servizi finanziari.
I proprietari di piccole imprese non hanno paura di ammettere che credono che le risorse digitali avranno un ruolo nelle loro operazioni nei prossimi anni. Sebbene solo una piccola percentuale di loro accetti già Bitcoin, la maggioranza ritiene che altri tipi di attività saranno accettati nei prossimi anni. La maggior parte degli scambi di criptovaluta viene attualmente utilizzata per aiutare con i pagamenti crittografici.
Secondo la ricerca, il 33% degli intervistati ha affermato che la mancanza di una chiara chiarezza normativa nel mercato è un ostacolo alla partecipazione, mentre il 27% ha affermato che le truffe sono una preoccupazione e il 28% è preoccupato per la volatilità dei tassi di cambio.