I prodotti Android fatti da Foxconn ingrassano Microsoft

Microsoft ha annunciato un accordo di licenza con Hon Hai Precision, l'azienda a cui fa capo Foxconn. Ogni prodotto elettronico con Android o Chrome OS realizzato dall'azienda taiwanese porterà soldi nelle tasche di Microsoft.

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a cura di Manolo De Agostini

Hon Hai Precision, la casa madre di Foxconn, verserà un obolo a Microsoft per la produzione e lo sviluppo di prodotti Android e Chrome OS. La casa di Redmond detiene infatti alcune proprietà intellettuali che sono presenti all'interno dei software open source sviluppati da Google e che riguardano diversi aspetti tecnologici.

L'accordo con il mega-produttore taiwanese, che produce pressoché per tutti (direttamente o indirettamente) nel settore dell'elettronica di consumo, è solo l'ultimo in ordine di tempo di una lista che anno dopo anno sta diventando sempre più lunga. Microsoft ha infatti convinto a siglare un'intesa diversi OEM - tra cui Acer, HTC e Samsung - ma anche i cosiddetti ODM, cioè produttori per conto terzi come Compal Electronics, Quanta Computer e Winstron.

I termini finanziari dell'accordo non sono stati resi noti (così come quelli con le altre aziende), ma in base alla nota stampa divulgata da Microsoft le due aziende hanno "siglato un accordo sulla licenza di brevetti che fornisce un'ampia copertura sotto il portfoglio di brevetti Microsoft per i dispositivi con sistema operativo Android e Chrome OS, tra cui smartphone, tablet e televisori".

La casa di Redmond aggiunge anche che "Microsoft riceverà royalties da Hon Hai". Horacio Gutierrez, capo del dipartimento legale, ha espresso ovviamente felicità per l'accordo e lo stesso ha fatto il collega di Hon Hai, Samuel Fu. "Riconosciamo e rispettiamo l'importanza degli sforzi internazionali che cercano di proteggere la proprietà intellettuale. L'accordo di licenza con Microsoft rappresenta questo impegno e il nostro continuo sostegno ad accordi commerciali che facilitino l'attuazione di un'efficace tutela della proprietà intellettuale".

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L'azienda guidata da Steve Ballmer continua quindi a scalfire la "gratuità" di Android e Chrome OS, accordo dopo accordo. La strada scelta è sicuramente meno belligerante rispetto a quella intrapresa da altre aziende - Apple in primis - in passato. L'unica che non cede è Motorola, acquisita da Google e impegnata proprio in una causa legale contro Microsoft.

Google non è d'accordo con l'approccio dell'azienda rivale, e sostiene che né Android né Chrome OS integrino brevetti di Microsoft. Tempo fa David Drummond, alto dirigente del dipartimento legale di Google, parlò di "una campagna ostile contro Android organizzata da Microsoft, Oracle, Apple e altre aziende, condotta attraverso falsi brevetti".

Con tali convinzioni e presupposti, difficilmente Google deciderà di firmare intese, a meno che non cambi idea o sia messa con le spalle al muro. Allo stesso tempo però, va riconosciuto anche che oltre a lamentarsi ha fatto ben poco per proteggere le aziende che usano i propri software, lasciandole spesso e volentieri a vedersela con realtà più grandi di loro.