I robot impareranno dai bambini, progetto europeo a guida italiana

Per rilanciare la propria competitività nel campo dell'intelligenza artificiale, l'Unione europea ha deciso di puntare su un progetto chiamato Goal Robots, che prevede lo sviluppo di innovative soluzioni di apprendimento che consentano ai robot del futuro di imparare autonomamente.

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a cura di Alessandro Crea

Se in futuro i robot saranno in grado di apprendere autonomamente, trovando soluzioni a problemi senza l'intervento umano, il merito sarà anche del progetto Goal Robots finanziato dall'Unione europea. L'intelligenza artificiale è uno dei settori chiave per lo sviluppo tecnologico del futuro e la UE sa benissimo di non poter perdere questo treno. Per restare competitiva dunque ha deciso di puntare su un ambizioso progetto che si propone di realizzare nuove soluzioni per l'apprendimento autonomo dei robot.

Attualmente infatti le IA sono ancora in una fase embrionale. Parliamo spesso di machine learning e deep learning ma sostanzialmente le macchine al momento non possono fare più di quanto noi stessi gli diciamo di fare, anche se attraverso set di algoritmi e database da analizzare anziché tramite programmazione diretta. Goal Robots, progetto finanziato all'interno di Horizon 2020 con quasi 3 milioni e mezzo di euro, propone invece un approccio del tutto diverso, che prevede la generazione autonoma di obiettivi e smezzi per raggiungerli attraverso la curiosità.

I robot dunque si comporterebbero proprio come fanno i bambini, ponendosi autonomamente dei fini e sperimentando per trovare la soluzione più adatta, apprendendo così senza l'intervento diretto degli esseri umani. ‎

Il progetto, capitanato dall'Italia e composto da un team interdisciplinare di ingegneri robotici, modellatori computazionali e psicologi dello sviluppo, rappresenta quindi una forte innovazione nel settore ma è utile anche per comprendere meglio i meccanismi psicologici e cognitivi che regolano il nostro stesso sviluppo.

‎All'interno del progetto infatti sono previsti anche una serie di esperimenti che coinvolgono 50 bambini di età compresa tra i 3 e i 18 mesi e che si propongono di comprendere più a fondo il modo in cui l'elaborazione degli eventi derivanti dalle proprie azioni guidi poi lo sviluppo delle competenze. I risultati saranno poi integrati nell'architettura computazionale del progetto per il trasferimento ai robot.‎