I robot non si suicidano: ecco la soluzione finale Foxconn

Foxconn ha avviato la produzione di robot per sostituire gli uomini nelle attività più delicate. Si parla anche del fatto che non si suicidano, non rivendicano diritti e se gli ordini calano basta spegnerli. La crisi del distretto industriale del Guangdong si combatte anche così.

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a cura di Dario D'Elia

Robot al posto degli operai nelle fabbriche cinesi del Guangdong. La sperimentazione è già iniziata e ovviamente non metterà a rischio l'intera forza lavoro locale, ma in futuro chissà. Quel che è certo è che entro il 2012 il colosso Foxconn produrrà 300 mila robot da impiegare nelle attività più pericolose - almeno così sostengono. Già nel 2014 la fornitura raggiungerà il milione di unità, soddisfando così le esigenze di ogni tipo di azienda.

Raccapriccianti le dichiarazioni del presidente Foxconn, Gou Tai-ming, che senza pudore ammette che "per ora" gli operai possono stare tranquilli: i cyber-colleghi si limiteranno a svolgere "mansioni pericolose, operazioni di precisione e operazioni che espongono agli effetti di sostanza tossiche". 

Robot in catena di montaggio

"È chiaro però che l'aumento del costo del lavoro mette sotto pressione l'industria cinese, costretta a trovare presto soluzioni", ha dichiarato Gou Tai-ming, come riporta La Repubblica. Ecco quindi il motivo per cui Foxconn ha già iniziato a sperimentare 10mila robot nelle catene di montaggio più avanzate degli stabilimenti di Zhengzhou, Henan, e Chengdu. Non è chiaro poi cosa faranno dei lavoratori che hanno strappato dalle campagne lontane e domani finiranno sulla strada.

"I robot non si suicidano (Foxconn, una tragedia che riguarda tutti noi) non rivendicano diritti e se gli ordini calano basta spegnerli", ha commentato senza imbarazzo Lin Xinqi, direttore del dipartimento risorse umane della Renmin University of China. Un genio del male, senza dubbio.

Il sindacalista robot - Clicca per ingrandire

La questione è semplice: anche il costo del lavoro in Cina sta crescendo. Gli operai del distretto del Guangdong, l'area probabilmente più industrializzata del mondo, stanno subendo la competizione non solo delle regioni più povere dell'Ovest ma anche quelle di Sudest asiatico, Bangladesh,Vietnam, Cambogia e Indonesia.

Negli ultimi dieci anni nel Guangdong i salari degli operai sono cresciuti del 94% e più del 28% rispetto al solo 2010 – oggi siamo a 2164 euro all'anno!. Che fare quindi? Gli sgravi fiscali, gli sconti sui terreni e i salari al limite della soglia di povertà vanno bene per altre ragioni; qui meglio puntare sui robot. Sempre che rispettino le tre leggi della robotica di Isaac Asimov. Sopratutto la prima: "Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno".