I segreti della tecnologia OLED

Migliore cromia, luminosità superiore e bassi consumi energetici, eppure qualche difetto ne frena la diffusione, scopriamo perché.

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a cura di Dario D'Elia

Introduzione

Il mercato dei monitor e TV, al momento, è fortemente caratterizzato dalla competizione tra la tecnologia LCD e quella Plasma. Nel settore informatico domina incontrastata la soluzione LCD, mentre in quello televisivo, per quanto concerne le grandi diagonali (dai 42 pollici in su), si ha una predominanza dei Plasma. Le differenze tecniche possono essere approfondite in questo articolo.

Mentre i due grandi "vecchi" della dimensione flat battagliano a colpi di nice price e saldi stracciati, si sta affacciando timidamente sul mercato una nuova tecnologia chiamata OLED (organic light-emitting diode). In verità si tratta di una soluzione che in versione prototipo è stata mostrata alla stampa per la prima volta nel lontano 1987 da Ching Tang e Steve Van Slyke, e che è diventata "prodotto" solo nel 2003 con la camera digitale Kodak LS633.

A parte questo piccolo exploit il grande pubblico ha sentito parlare raramente degli OLED. Per questioni di mercato e piccoli difetti ancora da risolvere, i settori che li hanno accolti con interesse sono solo quelli dei portable player e della telefonia mobile. Si sta parlando, quindi, di piccole unità che hanno reso particolarmente appariscenti ed accattivanti numerosi lettori MP3 della Sony e della Creative, nonché alcuni modelli di cellulari firmati Sony-Ericsson e Motorola.

Di primo acchito i mini-display OLED non possono far altro che colpire per l'incredibile luminosità e la cromia vivace. Contemporaneamente, è confermato dai tecnici che i consumi energetici sono estremamente bassi.