I video-spot di Google non valgono un Blinkx

Google mette la pubblicità contestuale nei video di YouTube sfruttando i tag; Blinkx riesce a fare lo stesso analizzando il contenuto audio e grafico delle clip.

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a cura di Dario D'Elia

Introduzione

Google ha presentato ufficialmente una nuova funzione della sua piattaforma pubblicitaria AdSense che consente di personalizzare con inserzioni le clip di YouTube. Una novità che non solo porterà denaro nelle tasche della nota piattaforma di video-sharing, ma anche in quelle dei blogger e gestori di siti che decideranno di "embeddare" i video sulle loro pagine web.

Insomma, un colpaccio da milioni di dollari che però rischia di essere ridimensionato dalla sfrontatezza tecnologica di Blinkx. La piccola start-up britannica ha reso disponibile un nuovo tool denominato Blinx AdHoc che permette agli editori di inserire inserzioni testuali nelle videoclip online – nel rispetto dei contenuti riprodotti. Il problema di fondo è che questa strategia entra in contrasto con Google.

  

Google "sceglie" l'inserzione adatta valutando il titolo e le tag correlata al video. Blinkx, invece, analizza l'audio e marginalmente le immagini: in pratica contestualizza in maggiore dettaglio il contenuto. Il tutto grazie al valido algoritmo realizzato da Autonomy – acerrima nemica di Google.