IA depresse? Più ci somiglieranno più avranno problemi

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a cura di Alessandro Crea

In futuro potremo avere intelligenze artificiali che soffrono di depressione o allucinazioni? Sì, stando a quanto affermato da Zachary Mainen, che non è proprio uno sprovveduto visto che è un neuroscienziato di fama internazionale.

Ma come potrebbe mai accadere una cosa del genere? Semplice, man mano che il software su cui si baseranno le intelligenze artificiali mimerà con sempre maggior precisione la nostra struttura cerebrale, potranno insorgere anche gli stessi disturbi. Come sappiamo molti di essi dipendono da squilibri chimici di natura organica, che portano cioè a una maggiore o minore produzione di determinate sostanze, in grado di influenzare la percezione.

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Un programma ovviamente non produce sostanze chimiche, ma il modo in cui alcune routine software regoleranno le attività e la capacità di giudizio delle IA potrebbero avere effetti simili. Secondo Mainen ad esempio come la serotonina è responsabile di allucinazioni e depressione se i dosaggi sono errati o se viene rilasciata nei momenti sbagliati, così uno script contenente bug che serve a regolare il tono di una reazione o di una valutazione potrebbe causare effetti simili.

Non si tratta di fantascienza ma di un vero e proprio campo di studio chiamato psichiatria computazionale, ‎in cui psichiatri studiano le reazioni delle IA ricreando artificialmente alcune situazioni specifiche di "disturbo" in strutture che somiglino il più possibile al cervello umano. Attualmente gli studi sono di natura principalmente teorica, ma non è escluso che un domani questo possa accadere nella realtà. ‎


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