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a cura di Elena Re Garbagnati

Ci sono libri scritti e pensati espressamente per i bambini, e libri fatti su misura per un pubblico adulto. Qualcuno potrebbe pensare che eventuali vie di mezzo siano buone solo per accendere il camino, ma si ricrederà se leggerà Icaro ai confini del tempo, un libro che ha molto di originale, anche se all'apparenza potrebbe sembrare la solita minestra che intreccia fantascienza e divulgazione scientifica. Un'accoppiata che è stata spesso vincente se appoggia su una buona base di originalità, ma che è tutt'altro che semplice da ottenere.

A fare la differenza in questo caso è la Scienza, e in particolare la competenza scientifica di un autore che è una garanzia: Brian Greene, uno dei più importanti fisici statunitensi che si occupano della teoria delle stringhe, ma soprattutto uno dei migliori divulgatori scientifici contemporanei. In questa rubrica vi ho già proposto "La realtà nascosta. Universi paralleli e leggi profonde del cosmo" (400 pagine che non annoiano: quasi un record!) e l'eccellente "La trama del cosmo. Spazio, tempo, realtà". Sue peculiarità sono la capacità di spiegare in maniera semplice concetti molto complessi di Fisica e Astrofisica, restando fedele al rigore scientifico, la leggibilità di testi scorrevoli e piacevoli, e il piglio allegro e spiritoso che riesce - nonostante gli argomenti - a divertire.

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Un autore ideale, insomma, per riscrivere un mito greco fin troppo gettonato (quello di Icaro), attualizzandolo, anzi, trasportandolo direttamente nel futuro. Le ali di cera, ormai demodé, diventano un'astronave che viaggia nello spazio interstellare; Icaro diventa un ragazzino che sfida non il Sole, ma un buco nero. Questa volta il nemico non è il calore, ma le leggi della Fisica.

Gli ingredienti per una storia avvincente ci sono tutti, e il risultato è un'impressionante visione realistica e tangibile di quello che accade in prossimità di un buco nero: vi garantisco che un conto è leggere la descrizione dell'orizzonte degli eventi o la definizione della deformazione dello spazio tempo prevista dalla Relatività einsteiniana, un altro è essere trasportati mentalmente a bordo di una navicella che sta subendo tutto questo (e ben altro). Una sensazione che solo Brian Greene poteva rendere così bene, in virtù delle nozioni teoriche che padroneggia con grande disinvoltura, e che gli hanno permesso di intessere una storia credibile - per le conoscenze attuali sull'argomento.

L'età di lettura indicata è da dieci anni perché l'edizione, volutamente lussuosa, si avvale di meravigliose illustrazioni di Chip Kidd, che nel 2007 si è guadagnato il National Design Award for Communications. Immagini che calano ancora di più il lettore nella situazione che il protagonista del libro sta vivendo, e che sono un accompagnamento indispensabile al testo.

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Però se mi chiedete se questo sia un libro per bambini la risposta è no. Da una parte abbiamo una storia di fantascienza che è sì d'ispirazione fiabesca, ma che è molto lontana dal concetto odierno di fiaba, con componenti drammatiche e paradossi lungi dall'essere comprensibili a un bambino. Dall'altra c'è un'avventura che non ha nulla da invidiare a molti capolavori della fantascienza per adulti, e che aldilà delle illustrazioni, per essere capita fino in fondo necessita della comprensione di un impianto fisico ottimamente spiegato, ma quasi impossibile da comprendere per chi ha solo le nozioni e la maturità psicologica della scuola primaria o dei primi anni della secondaria.

Vi sfido a leggerlo, sarei curiosa di sapere che cosa ne pensate!


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