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a cura di Dario D'Elia

Lo Stato è pronto a consolidare la sua posizione in Telecom Italia, tramite Cassa Depositi e Prestiti. Oggi, come anticipano più testate giornalistiche fra cui La Repubblica, il consiglio di amministrazione di CDP dovrebbe deliberare l'acquisto di una quota tra il 2% e il 5% dell'ex-monopolista per consolidare lo schieramento del Fondo Elliott.Già, il piano degli statunitensi piace al Governo e in verità anche alla compagine politica che si appresta subentrare. Di fatto con un investimento di più di 500 milioni di euro, la CDP si schiererebbe contro Vivendi e punterebbe a ottenere una societarizzazione della rete aperta a nuovi finanziatori. Non solo, l'idea che piace trasversalmente a banche e politica è proprio quella di una potenziale fusione di assett con Open Fiber - per altro già compartecipata al 50% da CDP.

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Secondo La Repubblica, la settimana scorsa il premier Paolo Gentiloni e il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda avrebbero convinto il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan al blitz. Senza questa operazione si sarebbe rischiato uno scontro tra le liste di Vivendi, i gestori e il fondo statunitense, in sede di assemblea TIM (4 maggio).

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I francesi probabilmente avrebbero vinto e controllato nuovamente il Consiglio di Amministrazione. Per scongiurare questo esito Palazzo Chigi pare aver attivato linee dirette con i leader dei principali partiti e ottenuto l'ok, dopodiché agito di conseguenza.

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In sintesi, per una volta tutte le forze politiche si trovano concordi sulla strategia che dovrebbe portare avanti TIM. Agiscono per motivi diversi - dall'esigenza di bloccare l'avanzata francese all'obiettivo di riprendere in mano l'infrastruttura nazionale, ma soprattutto hanno compreso che è il momento migliore per agire.