Il calore dei processori servirà a raffreddare gli uffici

Una nuova tecnologia sviluppata da Fujitsu consente di riciclare il calore prodotto dalle CPU per raffreddare i computer. Non saranno più necessari i condizionatori e si potranno costruire datacenter anche nei Paesi caldi. Le prime versioni commerciali arriveranno entro il 2014. Fujitsu pensa di sfruttare questo metodo anche per bandire i condizionatori da aziende e uffici.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Fujitsu ha sviluppato una nuova tecnologia per riciclare il calore di scarto delle CPU per raffreddare le sale dei datacenter. Lo studio è stato presentato alla International Conference on Power and Energy Engineering di Shaghai, e stando ai dati ufficiali consentirebbe di ridurre fino al 20 percento i consumi energetici dovuti all'uso dei condizionatori. Inoltre, il metodo di Fujitsu potrebbe consentire l'installazione di datacenter anche nei Paesi con i climi più caldi.

Il sistema messo a punto dalla casa giapponese utilizza una tecnologia relativamente comune di raffreddamento: una pompa di calore ad assorbimento

Lo schema del sistema di dissipazione di calore messo a punto da Fujitsu

Il calore prodotto dalle CPU, anziché essere espulso dai sistemi e restare inutilizzato, viene convogliato nella pompa di calore che si serve di acque di scarico. Il liquido così riscaldato viene vaporizzato, sfruttando il fenomeno fisico per il quale durante la vaporizzazione si perde il calore, e quindi viene raffreddato a una temperatura compresa fra 15 e 18 gradi centigradi, per poi essere usato per raffreddare le CPU.

Il principio non è nuovo, ma in questo caso Fujitsu è riuscita ad aggirare il problema che finora aveva impedito di impiegare questa tecnologia nei datacenter: i materiali di assorbimento tipici contenuti nelle pompe di calore richiedono che l'acqua abbia una temperatura significativamente più calda di quella media che si trova all'interno del circuito di raffreddamento.

A questo proposito i laboratori di Fujitsu hanno creato un nuovo materiale di assorbimento che fornisce le stesse prestazioni dei sistemi tradizionali, ma lavorando a temperature comprese tra 40 e 55 gradi centigradi, che è l'intervallo in cui il materiale assorbente è in grado di vaporizzare l'acqua. 

Con la tecnologia Fujitsu si spenderà il 20% in meno per raffreddare i datacenter

L'implementazione pratica di questo sistema richiede obbligatoriamente che la temperatura dell'acqua non scenda mai sotto ai 40 gradi: una soglia di ingresso che non è un problema mantenere quando un server è sotto carico, ma quando il carico scende la produzione di calore diminuisce di pari passo.

Per aggirare l'ostacolo è stato sviluppato un sistema di controllo di flusso che analizza il carico della CPU e controlla quanta acqua scorre nella pompa di calore, in modo da mantenere la temperatura abbastanza elevata da consentire alla pompa di lavorare senza interruzioni.

I laboratori di Fujitsu stanno lavorando per aumentare l'affidabilità di queste tecnologie e adattarle alle esigenze dei datacenter di tutto il mondo entro il 2014. Inoltre, il produttore si è proposto di implementare questo sistema di recupero del calore anche nelle fabbriche, negli uffici, e nei generatori di energia solare.