Il centro di cybersicurezza NATO si svela al pubblico

Un giornalista di Le Monde è riuscito a visitare il CCDCOE, il centro per la sicurezza informatica della NATO. Il quartier generale è a Tallin, in Estonia, e serve per proteggersi contro la guerra informatica. Il cyberspazio è ormai il quinto campo di battaglia, dopo terra, mare, aria e spazio.

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a cura di Pino Bruno

Olivier Guez, un inviato speciale di Le Monde, è riuscito a visitare il CCDCOE, o Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence della Nato, uno dei luogi più segreti al mondo. La sede è a Tallin, in Estonia, e i residenti lo chiamano K5. Per chi non lo sapesse il CCDCOE è il centro nevralgico della difesa delle infrastruttre strategiche occidentali. Praticamente una sorta di protezione contro la guerra informatica, capace di mettere in ginocchio città e paralizzare la comunicazione di nazioni intere.

Tallin, il Quartier generale del CCDCOE (foto Marten Kross per Le Monde Magazine)

Internet non è soltanto il luogo che conosciamo. Scrive il CCDCOE che "le forze armate moderne si stanno preparando a utilizzare il cyberspazio come campo di battaglia parallelo in futuri conflitti... gli attacchi informatici condotti in concerto con le armi convenzionali, diventeranno la procedura operativa standard nelle guerre del futuro".

Perché i cyber-guerrieri della Nato hanno scelto l'Estonia? Perché la piccola repubblica baltica, che fa parte dell'Unione Europea dal 2003 e della Nato dall'anno successivo, è forse il paese a più alta penetrazione tecnologica del mondo. L'Estonia è la patria di Skype e dell'eGovernment.  A Tallinn e dintorni i cittadini possono fare tutto via internet. Votare alle elezioni politiche e amministrative. Pagare le tasse, consultare il catasto, prenotare una visita medica specialistica con lo smartphone.

Per la Nato il Cyberspazio è ormai il quinto campo di battaglia

Questo, insomma, non è un paese per analfabeti digitali. La scelta dell'Estonia era quasi obbligata. Quando l'Alleanza Atlantica ha deciso di dotarsi di una forza armata digitale, ha preso a modello l'esperienza della difesa nazionale estone.

Nel CCDCOE lavora l'élite della sicurezza informatica. Ci sono analisti, programmatori, amministratori di sistema, avvocati e, ovviamente, militari. Il responsabile della struttura è il colonnello estone Ilmar Tamm, ma ci sono ufficiali di otto nazioni, compreso il tenente colonnello italiano Marco De Falco.

Il responsabile del CCDCOE, il colonnello Ilmar Tamm (foto Marten Kross per Le Monde Magazine)

"Dopo la terra, il mare, l'aria e lo spazio – dice a Olivier Guez il colonnello Tamm – il cyberspazio è adesso il quinto campo di battaglia". In questi mesi si sta completando il libro bianco della difesa digitale della NATO, che sarà presentato a giugno.

Al giornalista di Le Monde, il tenente colonnello De Falco racconta l'esercitazione congiunta con lettoni, lituani, svedesi ed estoni fatta nella primavera del 2005, quando è stato simulato un enorme attacco informatico contro le reti occidentali. L'ufficiale italiano parla anche di Stuxnet, la bomba digitale che è riuscita a infettare trentamila computer in Iran e compromettere i programmi di arricchimento dell'uranio nella centrale nucleare di Bushehr. "Non avevo mai visto niente di simile – risponde De Falco – chiunque lo abbia progettato ha genio e grandi risorse finanziarie e umane".

Il reportage completo di Olivier Guez si può leggere qui.

ringraziamo Pino Bruno per la collaborazione