Il Governo soffia anche gli 800 milioni del broadband

Gli 800 milioni dell'asta LTE da investire nel broadband sono scomparsi: la bozza della Legge di stabilità che approda oggi in Consiglio dei ministri li alloca ai ministeri. Tremonti ha scavalcato Romani e lo sviluppo di giocherà quindi con cordata Metroweb-Telecom Italia-Cassa Depositi e Prestiti.

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a cura di Dario D'Elia

Gli 800 milioni per lo sviluppo della banda larga provenienti dall'asta per le frequenze LTE non ci sono più. Con una magia dell'ultima ora stanno per essere cancellati tramite la bozza della Legge di stabilità che approda oggi in Consiglio dei ministri. Andranno ridistribuiti "per far fronte alle necessità più urgenti dei vari ministeri", come riporta La Repubblica, "e in parte andranno all'ammortamento dei titoli di Stato".

Ma proviamo a ricostruire i fatti. Nel novembre 2010 il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti confeziona un maxiemendamento al DDL di stabilità che prevede la raccolta di 5,5 miliardi per finanziare comuni, regioni, ammortizzatori sociali, università e altre aree strategiche. Di questi 2,4 miliardi dovranno provenire dall'asta per le frequenze 4G. 

Tremonti oggi in Consiglio dei ministri

A settembre 2011 i conti non tornano: l'asta ha superato ogni aspettativa e chiude con un bottino di 3,9 miliardi. Il Ministro per lo Sviluppo Economico Romani si frega le mani e ricorda che 2,4 miliardi copriranno il DDL stabilità, 400 milioni rimborseranno le TV locali e probabilmente 800 milioni finiranno nello sviluppo TLC.

Nel frattempo gli addetti ai lavori scoprono nell'arco di un weekend (quello scorso durante il convegno "Agenda Digitale: Action 2011" di Betweeen) che il Tavolo Romani è definitivamente saltato e che la cordata Metroweb-Telecom Italia-Cassa Depositi e Prestiti è la nuova protagonista indiscussa del settore.

In pratica, come molti osservatori hanno fatto notare Tremonti ha scavalcato Romani: prova ne sia che dal 6 ottobre il presidente di F2i (la holding di Metroweb) è Franco Bassanini, ovvero l'attuale Presidente di Cassa Depositi e Prestiti.

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Ora, è evidente che non è tutto totalmente scontato. Nelle prossime ore in Consiglio dei ministri si consumerà un acceso scontro e la nuova bozza potrebbe essere corretta in extremis. Al momento come sottolinea La Stampa il nuovo documento, alla voce asta, indica che "eventuali maggiori entrate accertate rispetto alla stima di cui al presente comma sono riassegnate per il 50% al fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato (un conto del Tesoro, NdR) e per il 50% ad incremento di un fondo [...] istituito al fine di assicurare il finanziamento di interventi urgenti ed indifferibili, con particolare riguardo ai settori dell'istruzione e agli interventi organizzativi connessi ad eventi celebrativi".   

"Per l'ennesima volta il governo non mantiene le promesse sullo sviluppo della banda larga", ha dichiarato Paolo Gentiloni, responsabile Forum ICT del Partito democratico. "La marcia indietro del governo sui fondi per l'economia digitale e la banda larga se fosse confermata, sarebbe la dimostrazione del caos in cui versano le strategie per lo sviluppo e il rilancio dell'economia. L'impegno preso per reinvestire una parte dell'1,6 miliardi di maggiori introiti dell'asta delle frequenze nel settore dell'economia digitale era uno dei pochi investimenti certi finora annunciati".

Aggiornamento. La discussione sul DLL stabilità è stata rimandata a domani. Intanto si è registrato un duro confronto tra Romani e Tremonti per la scomparsa del tesoretto da destinare alle TLC. Si può ancora sperare in una correzione del documento.