Il piccolo Paese asiatico del Laos dovrebbe guadagnare circa 193 milioni di dollari dal solo mining di bitcoin nel 2022, secondo le previsioni rese note qualche giorno fa dal ministro delle finanze Bounchom Ubonpaseuth, una fetta decisamente significativa dei 2,8 miliardi di dollari di entrate nazionali complessive previste per il prossimo anno.
A metà settembre, il Laos ha fatto un'improvvisa inversione a U consentendo a sei società locali di estrarre criptovalute. Il suo governo ha anche permesso il trading di criptovalute e ha iniziato a lavorare sulla regolamentazione delle risorse digitali, segnando così un importante allontanamento dalla politica anti-crittografia del Paese fino a quel momento. Ricordiamo infatti che nel Laos le criptovalute erano state vietate sin dal 2018.
Il Paese più povero del sud-est asiatico sta dunque cercando di capitalizzare sulle sue dighe idroelettriche che producono un'abbondanza di elettricità a basso costo, attirando così i minatori di mezzo mondo, soprattutto dopo il giro di vite della Cina, che era il primo Paese per mining fino a poco tempo fa. Il surplus di energia viene utilizzato per l'estrazione mineraria, con il previsto aumento delle entrate nazionali, il governo prevede di destinare più finanziamenti ai programmi prioritari.