Il Movimento 5 Stelle dice no al Wi-Fi nelle scuole: proteggiamo i nostri figli

I consiglieri regionali Giulia Gibertoni e Gianluca Sassi del M5S si schierano con i genitori che vogliono reti fisiche invece che Wi-Fi nelle scuole. Presentata una risoluzione in Assemblea legislativa.

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a cura di Dario D'Elia

In Regione Emilia-Romagna il Movimento 5 Stelle ha deciso di sposare la causa dei genitori che vorrebbero boicottare la diffusione del Wi-Fi nelle scuole. I consiglieri regionali Giulia Gibertoni e Gianluca Sassi hanno presentato una risoluzione in Assemblea legislativa per favorire l'implementazione di reti fisiche negli edifici, invece che wireless.

a scuola

"Diversi studi confermano la possibile pericolosità di un'esposizione prolungata ai campi elettromagnetici", si legge dalla nota di Gibertoni e Sassi. La proposta è di "attuare il principio di precauzione e dare ascolto ai tanti genitori che chiedono sicurezza per i loro figli".

Non è un colpo di testa bensì una presa di posizione in linea con altri paesi, dove più movimenti di genitori stanno tentando di convincere le istituzioni a una maggiore cautela nella diffusione delle tecnologie wireless in ambito scolastico. Secondo gli esponenti del Movimento 5 Stelle gli studi "già oggi offrono indicazioni sui molteplici effetti che questo tipo di emissioni possono avere a livello cellulare ed enzimatico, suggerendo la necessità di applicare un principio di precauzione nelle esposizioni".

La letteratura scientifica al riguardo è ampia, prova ne sia che in alcuni paesi come Inghilterra, Francia e Germania sono state imposte limitazioni. Ad esempio proprio i francesi hanno recentemente approvato una legge che vieta l'impiego del Wi-Fi negli spazi dedicati ai minori di 3 anni e che ne richiede lo spegnimento quando non si usa nelle scuole con ragazzi fino a 11 anni.

antenne

Nel 2011 è stata la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a classificare come "possibilmente cancerogene" le esposizione alle onde elettromagnetiche. E nel 2013, l'Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria degli alimenti, ambiente e lavoro (Anses) ha raccomandato di "limitare le esposizioni popolazione a RF - soprattutto telefoni cellulari - in particolare per bambini e utenti".

L'Italia è per altro in un momento piuttosto delicato sotto il punto di vista legislativo poiché il Governo sta pensando di elevare i limiti di legge per i campi elettromagnetici. Al momento siamo fra i paesi più restrittivi in Europa con 6 volt/metro per i luoghi dove si soggiorna per più di quattro ore.

"Limite che inizialmente veniva misurato su una media di sei minuti ma che a partire dal governo Monti viene misurato sulle 24 ore, falsando di fatto la reale portata delle emissioni elettromagnetiche", sostengono i due esponenti del M5S.

"Nella nostra risoluzione chiediamo che la giunta si impegni a predisporre e realizzare un piano di abbandono delle connessioni Wi-Fi in tutti i nidi, nelle scuole dell'infanzia e in tutte le scuole primarie di primo e secondo grado sostituendo gli impianti wireless con impianti via cavo", concludono Sassi e Gibertoni.

Sì può condividere o meno l'opinione, dipende dalle sensibilità sull'argomento. Certo è che in milioni di case degli italiani ormai non si contano più connessioni wireless e forte impiego di dispositivi mobili. Forse il problema per l'edilizia scolastica è soprattutto di costi ma è anche vero che basterebbe impiegare sistemi di disattivazione che rendano gli accessi Wi-Fi utili solo quando si manifesta il bisogno.