Il Partito Pirata vuole che il copyright continui a esistere

La parlamentare pirata Julia Schramm è finita nell'occhio del ciclone perchè il suo editore ha bloccato la diffusione illegale del libro Klick Mich. L'occasione è stata ghiotta per spiegare che il Partito Pirata non è estremista.

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a cura di Dario D'Elia

Il Partito Pirata tedesco non vuole l'abolizione del copyright: doccia fredda per l'industria e gli amanti del P2P illegale. Non è un bersaglio facile questa compagina di filibustieri. Smarcandosi da una posizione estrema inconciliabile con la realtà, di fatto negli ultimi tempi hanno guadagnato grandissima credibilità.

Di particolare interesse il caso di Julia Schramm, la parlamentare del Partito Pirata che recentemente ha pubblicato il libro "Klick Mich" (Cliccami). Un testo edito da Knaus Verlag (Random House - Bertelsmann AG) che è fruttato un contratto da 100mila euro. Il tema com'era prevedibile affronta le questione care al movimento, come la privacy e il copyright. Il problema è che appena è spuntata online una copia illegale in versione PDF, l'editore ne ha richiesto la rimozione nel rispetto del "Digital Millennium Copyright Act".

Julia Schramm sei pure bellina, ti perdoniamo tutto

Ovviamente è scoppiato un caso e un po' tutti ne hanno approfittato per gettarsi nella mischia. Ma come, sei del partito pirata e appena ti danno due soldi metti da parte ogni principio? La domanda schietta della community online ha ricevuto una risposta che di fatto ha rimesso tutti in riga. Per prima cosa il Partito Pirata, come anche Schramm, pensa che il diritto d'autore non debba essere affatto abolito. Basterebbe che decadesse alla morte dell'autore o poco dopo - anche solo 1 anno, invece che gli attuali 70. L'attivista pirata però si è spinta oltre accordandosi per far scadere i suoi diritti sul libro nel 2022.

Schramm ha ricordato poi di aver stabilito con il suo editore la possibilità per gli acquirenti di condividere liberamente (senza scopo di lucro) il testo. Fermo restando la possibilità per Random House di richiedere la rimozione di eventuali file online, senza comunque attivare procedure legali.

Ecco quindi chiuso il cerchio. Il libro si può condividere fra amici, ma se diventa un'azione sistematica e finisce nel calderone P2P allora la cosa non piace. Il compromesso appare accettabile, o comunque degno di essere oggetto di dibattito.