Il PC tira più del Mac, Apple affronta la crisi

Apple ha fatto registrare risultati deludenti nell'ultimo trimestre del 2008. Si punta il dito contro la mancanza di nuovi modelli desktop, con l'iPhone che rappresenta il punto di forza, davanti ai Mac.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il mercato dei computer, come il resto in questi tempi difficili, è in calo. Microsoft, però, va meglio di Apple, nei risultati generali. La casa di Cupertino, infatti, ha fatto segnare un novembre piatto, mentre Microsoft è riuscita a crescere del 7%, come riporta Reuters.

Le vendite di computer desktop hanno visto un calo generale di ben 20 punti, con i sistemi Windows che hanno fatto segnare un meno 15% e quelli Mac sotto del 38%.

Apple riesce a salvare la media grazie ai portatili, che crescono del 22%, sette punti in più rispetto ai prodotti con sistema Windows.Le vendite dovrebbero mostrarsi in linea con le previsioni, ma a livelli modesti.

Secondo Stephen Barker, di NPD, il problema sono gli iMac, che "hanno bisogno di una rinfrescata".

 

Il periodo, per Apple, non è dei migliori. David Bailey, di Goldman Sachs, fa notare che le vendite di iPhone, iPod e Mac sono andate discretamente, a dicembre, ma peggio di quanto previsto.  Secondo questo analista Apple ha le carte in regola per mantenere una posizione da leader, ma le prospettive a breve termine non sono positive.

Tra le ragioni della stagnazione, il fatto che, a quanto pare, il MacWorld 2009 non vedrà la presentazione di nuovi prodotti, che avrebbero potuto dare uno scossone positivo alle vendite.

Insomma, l'ultimo trimestre per Apple potrebbe rappresentare una crescita ad una sola cifra; l'iPhone rappresenta l'elemento di maggior traino del panorama Apple, e si lascia dietro il Mac; le vendite di iPod non raggiungeranno le cifre stratosferiche del Natale 2007, anche se le vendite di questi dispositivi continueranno ad essere buone ancora per molto tempo.

Anche Joe Wilcox è d'accordo, ma ritiene che la forza del marchio Apple sia sufficiente a raggiungere risultati migliori di quelli dipinti da Goldman Sachs, in particolare grazie agli acquirenti più facoltosi, e a quelli più giovani, meno vincolati da debiti e responsabilità. La cautela, però, è d'obbligo.