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Spazio e Scienze

Il rover europeo cercherà acqua vicino all’equatore di Marte

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Spazio e Scienze

Il rover europeo cercherà acqua vicino all’equatore di Marte

di Elena Re Garbagnati martedì 13 Novembre 2018 10:27
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Il rover della missione russo-europea Exomars, che verrà lanciato su Marte nel 2020, con tutta probabilità atterrerà nella Oxia Planum, un sito dove un tempo gli scienziati ritengono ci fosse acqua. È questa la raccomandazione della commissione che ha valutato vantaggi e svantaggi delle due alternative in una riunione di due giorni tenutasi presso il National Space Center a Leicester, Regno Unito. La ricerca per individuare il sito di atterraggio è iniziata nel dicembre 2013, e le proposte sul tavolo erano inizialmente otto. I candidati arrivati alla stretta finale erano due: Oxia Planum, appunto, e Mawrth Vallis. Entrambe dovrebbero conservare le tracce geologiche del passato più umido del pianeta, circa quattro miliardi di anni fa. Entrambe si trovano appena a nord dell’equatore, separate però da diverse centinaia di chilometri, in un’area solcata da molti canali che vanno dagli altipiani meridionali alle pianure settentrionali.

Ricordiamo che l’obiettivo di ExoMars è avere conferme o smentite del fatto che su Marte sia mai esistita la vita. L’idea quindi è di andare a cercare tracce della vita passata in quelle aree in cui in passato c’era acqua liquida in superficie. Entrambe le potenziali aree di atterraggio sono delle ottime candidate.

Jorge Vago, scienziato del progetto ExoMars 2020 dell’ESA, spiega che “Entrambi i siti offrono preziose opportunità scientifiche per esplorare antichi ambienti ricchi di acqua che potrebbero essere stati popolati da microrganismi, Oxia Planum ha ricevuto la maggioranza dei voti”. Dietro a questa scelta c’è stata “una quantità impressionante di lavoro. Mawrth Vallis è un sito scientificamente unico, ma Oxia Planum offre un migliore margine di sicurezza per l’ingresso in orbita, la discesa e l’atterraggio, e più chance per raggiungere via terra i siti scientificamente interessanti che sono stati identificati dall’orbita”.

Ricordiamo che dal punto di vista tecnico, il sito di atterraggio si deve trovare a un’altitudine adeguatamente bassa, in modo che il modulo di atterraggio attraversi un tratto di atmosfera sufficientemente lungo da aiutarlo a rallentare la discesa. Deve inoltre essere pianeggiante per permettere sia l’apertura della piattaforma per l’uscita del rover, sia la guida del rover. Pendii ripidi e grandi rocce sono da evitare. Dal punto di vista scientifico, è necessario che il rover possa usare il trapano per recuperare campioni da sotto la superficie, e muoversi in un raggio fino a 5 km dal suo punto di atterraggio, per raggiungere il numero massimo di potenziali siti di interesse scientifico.

Le osservazioni dall’orbita di Oxia Planum mostrano che la regione presenta strati di minerali ricchi di argilla che si sono formati in condizioni umide circa quattro miliardi di anni fa, probabilmente in un grande bacino di acqua stagnante. I canali che trasportavano il materiale nel “pozzo” a bassa quota, dove è collocato il sito di atterraggio, coprono un’area di 212.000 chilometri quadrati. Gli scienziati ritengono che i minerali presenti in Oxia Planum siano rappresentativi di quelli che si trovano in una vasta area intorno alla regione, e che quindi possano fornire informazioni sulle condizioni sperimentate su scala globale. Inoltre, si reputa che dopo l’acqua la zona sia stata interessata da un’attività vulcanica tardiva, che ha ricoperto i depositi ricchi di argilla. Il materiale lavico avrebbe iniziato ad erodersi poco tempo fa, proteggendo i materiali sottostanti dalle radiazioni spaziali, e rendendoli ora accessibili al rover e ai suoi strumenti di analisi. La conferma definitiva del sito di atterraggio da parte di ESA e Roscosmos si avrà a metà del 2019.

La missione scientifica Exomars è già in corso, con l’ExoMars Trace Gas Orbiter, lanciato nel 2016, che è al lavoro nell’orbita marziana dall’inizio di quest’anno. Sta cercando minuscole quantità di gas nell’atmosfera che potrebbero essere collegate all’attività biologica o geologica. Il rover si muoverà a terra e trapanerà la superficie fino a una profondità massima di 2 metri alla ricerca di altri indizi. Le comunicazioni del rover da e per la Terra avverranno tramite il Trace Gas Orbiter. Le scoperte di quest’ultimo saranno inoltre essenziali per guidare le operazioni scientifiche del rover.

Il rover di ESA e Roscosmos dovrebbe partire nella finestra di lancio compresa fra il 25 luglio e il 13 agosto 2020, a bordo di un razzo Proton-M, dallo spazioporto di Baikonur, in Kazakhstan. L’atterraggio su Marte è previsto il 19 marzo 2021.

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di Elena Re Garbagnati
martedì 13 Novembre 2018 10:27
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