Il suono del terremoto stellare è inquietante, ascoltate

Astrosismologia: perché è utile studiare le onde sonore create dai terremoti stellari.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Un gruppo di ricercatori dell'Università del New South Wales (UNSW) in Australia ha studiato le onde sonore create dai terremoti stellari - oscillazioni e lampi di energia creati da stelle - per scoprire come si formano le stelle.

Differenti modi di oscillazione negli strati interni delle stelle

Differenti modi di oscillazione negli strati interni delle stelle. Fonte: Wikipedia

Questi stellemoti (o terremoti stellari) fanno sì che le stelle suonino letteralmente come campane a festa, e si ritiene che studiandoli si possano comprendere meglio le condizioni dell'Universo in cui le stelle si sono formate, miliardi di anni fa. Il ricercatore Dennis Stello ha infatti spiegato a Science Alert che "proprio come i sismologi usano i terremoti per studiare la composizione interna del nostro pianeta, gli astrofisici usano i terremoti stellari per comprendere l'interno delle stelle".

Anzi, il nuovo studio che è stato pubblicato su Nature Astronomy "fornisce la prima prova che questo approccio è un potente mezzo per acquisire conoscenze su processi che si sono verificati miliardi di anni fa, in prossimità dell'inizio dell'Universo". Se siete curiosi, ascoltate che rumore fa uno stellemoto:

Per dovere di cronaca è bene precisare che l'astrosismologia non è una novità assoluta: è un campo che è in voga da qualche anno, perché la propagazione di onde sonore è osservabile attraverso la fotosfera, mediante l'interpretazione dello spettro. Semplificando, la tecnica consiste nello studio dell'effetto doppler della stella, che si contrae ed espande periodicamente per via del ciclo termodinamico attraverso il quale l'energia meccanica si disperde in calore. Durante la contrazione la temperatura sale aumentando la frequenza del segnale (Blu-Shift); al contrario in fase di espansione la temperatura diminuisce e di conseguenza anche la frequenza (Red-Shift). Ci sono vari telescopi impiegati in questa attività, fra cui il Whole Earth Telescope e il satellite COROT.

Tornando allo studio oggetto di questa notizia, i ricercatori hanno esaminato 48 giganti rosse in due antichi ammassi di stelle nella Via Lattea - la prima formata oltre 2 miliardi di anni fa, e gli altri 8 miliardi di anni fa. Questi vivai di stelle, in cui enormi nubi di gas e polveri collassano per formare ammassi giganti di stelle,  sono davvero difficili da studiare direttamente proprio a causa della quantità di polvere e gas presenti. Ecco perché gli astronomi hanno dovuto ingegnarsi con altri metodi, ed è sembrato particolarmente adatto l'ascolto dei "rumori".

COROT2

COROT

Stello ha spiegato infatti che "il vantaggio di studiare antichi ammassi stellari è che [...] le stelle conservano ancora la firma delle condizioni iniziali nella nube originaria in cui sono nate". Il gruppo di lavoro ha quindi usato il telescopio spaziale Kepler della NASA per studiare per quattro anni i terremoti stellari, con "risultati inaspettati, perché abbiamo scoperto che i segnali emessi della maggior parte delle stelle sono allineati".

Una novità, perché "in passato si era stato ipotizzato che la turbolenza massiccia avrebbe distorto l'energia di rotazione delle nubi di gas e polveri in cui nascevano le stelle impedendo questo allineamento". Gli scienziati hanno quindi appurato che la tecnica dell'astrosismologia è efficace.