Il super tribunale antipirateria sarà operativo da lunedì

Segnate sul calendario il 31 marzo 2014 perché coincide con l'entrata in vigore del nuovo regolamento antipirateria, scritto dall'AGCOM.

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a cura di Dario D'Elia

Il nuovo regolamento anti-pirateria entrerà in vigore da lunedì 31 marzo. Il sito ufficiale di riferimento con tutte le informazioni del caso si chiama www.ddaonline.it, ma al momento risulta ancora irraggiungibile. La novità sostanziale rispetto al passato è che il Garante delle Comunicazioni (AGCOM) diventa a tutti gli effetti il giudice di ogni controversia – sostituendo di fatto i togati.

I detentori di copyright se disponibili potranno affidarsi (ma non sono obbligati) agli strumenti di "notice and take down" attivati dai vari service provider. Ad esempio nel caso di YouTube usare la piattaforma di segnalazione e rimozione integrata.

Dopodiché, se l'operazione non dovesse andare a buon fine, potranno presentare un'istanza all'AGCOM per la rimozione online di contenuti illegali. Saranno richiesti tutti i dettagli per "comprovare la titolarità del diritto", ma in caso di un procedimento dinanzi all'Autorità giudiziaria tutto verrà sospeso.

Attenzione!

La Direzione AGCOM, se la richiesta verrà valutata conforme, procederà poi all'avvio della procedura segnalando le violazioni ai service provider e (se rintracciabili) agli uploader e ai gestori della pagina e del sito internet.

"La comunicazione di avvio del procedimento contiene l'esatta individuazione delle opere digitali che si assumono diffuse in violazione della Legge sul diritto d'autore, l'indicazione delle disposizioni che si assumono violate, una sommaria esposizione dei fatti e dell'esito degli accertamenti svolti, l’indicazione dell’ufficio competente e del responsabile del procedimento al quale è possibile presentare eventuali controdeduzioni, nonché del termine di conclusione del procedimento", puntualizza il regolamento AGCOM.

Se i contenuti illegali verranno cancellati il procedimento verrà archiviato. In caso di contestazione invece si avranno 5 giorni a disposizione per produrre il materiale di difesa. Dopodiché deciderà il Collegio dell'AGCOM, a meno che non vengano coinvolte le autorità giudiziarie.

Nel caso in cui venga nuovamente stabilita la violazione delle norme del copyright, il Garante potrà intervenire chiedendo ai gestori dell'hosting del sito di rimuovere i contenuti oppure direttamente ai provider (in caso di hosting estero) di bloccarne l'accesso.

In linea di massima i due relatori del regolamento, Francesco Posteraro e Antonio Martusciello, hanno sempre sostenuto che l'obiettivo è quello di colpire le violazioni massive non gli utenti finali.

Sarà anche così ma secondo più giuristi, su tutti l'avvocato IT Guido Scorza, siamo di fronte all'esautorazione dei poteri della magistratura che si occupa di proprietà intellettuale.

"Il nuovo regolamento, infatti, offre a chi sia interessato ad ottenere la rimozione di un contenuto pubblicato in Rete, un procedimento tanto efficace ed economico da essere, evidentemente, destinato a diventare rapidamente la soluzione di default", spiega Scorza.

"Chi volesse impugnare gli ordini di rimozione adottati dall’Autorità, d'altra parte, dovrà imbarcarsi in un giudizio ordinario dinanzi ai giudici amministrativi".

Non meno importante il fatto che l'AGCOM, pur essendo un'autorità amministrazione, arroga a sé un potere di censura e rimozione che appartiene alla magistratura.

Ad oggi c'è un'unica certezza: tutte le associazioni per i diritti digitali si rivolgeranno al TAR del Lazio per bloccare il regolamento.