Illeciti nella PA o in azienda? Se denunci ora sei tutelato

Il Parlamento, con 357 voti favorevoli, ha approvato la legge sul "whistelblowing". Ci sono voluti 4 anni di lavoro, con 1 anno e mezzo di stallo al Senato. Previste indennità fino a 50mila euro.

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a cura di Saverio Alloggio

La Camera ha finalmente dato il via libera definitivo alla legge sul whistleblowing. Si tratta di un provvedimento che regola le segnalazioni di attività illecite nell'amministrazione pubblica o in aziende private, operate da un dipendente che ne venga a conoscenza. Viene dunque integrata la normativa già esistente per i dipendenti statali, introducendo importanti strumenti e garanzie.

La legge è stata approvata con 357 voti favorevoli su 418 votanti, concludendo un lavoro iniziato ben 4 anni fa, nel 2013. All'epoca la proposta è stata avanzata da Francesca Businarolo, deputata del Movimento 5 Stelle. Dopo 1 anno e mezzo di stallo al Senato, il testo è stato approvato oggi, poco prima di mezzogiorno.

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Francesca Businarolo

Partiamo innanzitutto dalle nuove tutele. Chi, da dipendente, segnalerà reati perpetrati nell'amministrazione pubblica o in aziende, potrà avvalersi della tutela dell'identità e della garanzia di non subire eventuali ritorsioni o atti discriminatori. Addio dunque a sanzioni, demansionamenti, licenziamenti e traferimenti successivi alle segnalazioni presso le autorità giudiziarie.

Il datore di lavoro dovrà dimostrare che eventuali misure prese nei confronti del dipendente siano estranee alla segnalazione in esame, al fine di poterle attuare. Dal canto del dipendente, tutto ruota attorno alla buona fede. Egli dovrà avere una "ragionevole convinzione fondata su elementi di fatto che la condotta illecita segnalata si sia verificata."

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"In relazione all'indice che misura la corruzione percepita in ogni Paese, l'Italia era messa male, agli ultimi posti, ma eravamo pur sempre messi meglio della Romania. Poi è successo che Bucarest si è dotata di una legge per proteggere i whistleblower, mentre noi eravamo fermi a discuterne in aula. Risultato? L'indice 2017 dice che ora noi siamo più "corrotti" di loro. Ora possiamo finalmente ribaltare quei numeri", ha dichiarato Francesca Businarolo.

Come detto, massima tutela per l'identità del "whistleblower", per la quale potranno essere utilizzati anche strumenti di crittografia al fine di non rivelarla. Ovviamente, non saranno ammesse denunce anonime e, al fine di evitare il fenomeno della calunnia, sono stati previsti provedimenti disciplinari (ed eventuali licenziamenti) nel caso di segnalazioni infondate.

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In tutto questo giocheranno un ruolo fondamentale le aziende, che dovranno dotarsi di apparati e canali adeguati per consentire ai dipendenti di presentare segnalazioni di condotte illecite. Inevitabile, in tal senso, il richiamo alle modalità informatiche, che diventeranno un perno centrale di questi aspetti.

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Si tratta di qualcosa che, con le dovute proporzioni, è stato già sperimentato in ambito sanitario con il progetto pilota "Curiamo la corruzione". Una vera e propria piattaforma di whistleblowing, al momento disponibile soltanto per i cittadini/utenti delle Aziende sanitarie locali di Bari, Melegnano e Martesana, Siracusa e Trento, di cui ci siamo occupati a maggio in un precedente articolo.

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La figura del "whistleblower", almeno all'estero, ha spesso consentito di scoperchiare veri e propri vasi di Pandora. In tal senso, come dimenticare il caso di Edward Snowden in merito al Datagate negli Stati Uniti, dove però lo Stato tutela e risarcisce chi denuncia, il quale si trova spesso a spendere moldi soldi per avvocati e psicologi in relazione a eventuali eposidi di ritorsione, mobbing ecc...

Del resto, si tratta di un un fenomeno con una portata economica enorme. Basti pensare come la Commissione europea abbia stimato che il whistleblowing possa valere qualcosa come 50 miliardi di euro. Ecco spiegata, in parte, l'attenzione del Parlamento per questo tema, e la necessità di prevedere indennità fino a 50mila euro per il "whistleblower" oggetto di ritorsioni di vario genere

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Insomma, una svolta importante nella lotta agli illeciti nella pubblica amministrazione e nelle aziende, con un particolare riferimento alla corruzione, uno dei grandi problemi italiani che rappresenta un vero e proprio macigno per il Paese sotto diversi punti di vista.