I cheater, gli imbroglioni dei videogiochi che si avvalgono di trucchi, software appositi ed escamotage per battere gli avversari, potrebbero avere i giorni contati, o almeno questa è la speranza di David Titarenco, ingegnere che, tra le altre cose, ha lavorato anche per Google.
Titarenco sta infatti lavorando su Game:ref, un dispositivo hardware anti-cheat. Non sempre le soluzioni software permettono d'identificare e bloccare i cheater. Ci sono cheat definiti "ring 0" o a livello kernel che operano in modo subdolo, nei livelli più bassi della CPU, là dove non possono arrivare le tradizionali contromisure - almeno non senza permesso.
Ecco Game:ref, Arduino vs. cheaters!
Per questo, secondo l'ingegnere, là dove non può arrivare il codice potrebbe giungere l'hardware. "I triggerbots in CS:GO (persino su reti LAN) sono comuni. Sono disponibili hack per la pressione automatica dei tasti in DOTA 2 e League of Legends. Perché? I software anti-cheat (VAC, ESEA, ESL Wire) sono deboli e facilmente battibili".
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Game:ref è un dispositivo hardware open (Arduino) da collegare al PC che confronta i dati del dispositivo di input (il mouse) con i dati rilevati dal gioco, controllando che tutto quadri.
"Il prototipo rileva il 100% degli hack basati sugli input", spiega Titarenco. Il dispositivo, presto al centro di una campagna di crowdfunding su Kickstarter, nasce con diversi obiettivi: eliminare tutti i cheat software dai giochi online, fare altrettanto nei tornei LAN, mettere in quarantena i cheater identificati e liberare da questa piaga gli sviluppatori.
Game:ref, l'hardware anti-cheat collegato a un PC
Purtroppo Game:ref non riesce a far fronte, almeno al momento, al cheat più diffuso e difficile da rilevare in Counter-Strike, chiamato wallhacking o ESP (extra sensory perception): permette ai cheater di vedere gli altri giocatori nella partita attraverso i muri, un bel vantaggio.
"Il mio obiettivo con il dispositivo è quello di avvicinarmi anzitutto a eventi, organizzatori e LAN Party e poi mi piacerebbe contattare gli utenti finali. Ritengo che sia i giocatori hardcore che quelli occasionali lo vorrebbero. A nessuno piace essere ingannato, non importa se si sta giocando ai massimi livelli o a più bassi. Fa schifo giocare con un cheater", ha dichiarato Titarenco al sito Motherboard.
Qualche dettaglio tecnico in più su Game:ref lo trovate a questo indirizzo. Oltre all'uso nei LAN Party, in modo da assicurare la correttezza delle competizioni (specie quello più affollate) il dispositivo potrebbe essere usato anche per l'online.
Pensiamo ad esempio a un gioco online capace d'identificare la presenza di Game:ref e permettere al giocatore di divertirsi solo con altre persone in possesso del dispositivo, con la sicurezza di non avere a che fare con i "bari".
Ovviamente queste sono solo supposizioni, dato che Game:ref non deve solo raccogliere i fondi necessari per diventare realtà, ma trovare anche il beneplacito dell'industria del gaming. In bocca al lupo a Titarenco, che se non altro spera che un mondo migliore - anche nei giochi online - sia possibile.