Imbroglioni dei videogiochi smascherati con l'hardware anti-cheat

Si chiama Game:ref ed è un dispositivo basato su Arduino che promette di identificare i più comuni cheat usati da chi gioca nei LAN Party oppure online.

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a cura di Manolo De Agostini

I cheater, gli imbroglioni dei videogiochi che si avvalgono di trucchi, software appositi ed escamotage per battere gli avversari, potrebbero avere i giorni contati, o almeno questa è la speranza di David Titarenco, ingegnere che, tra le altre cose, ha lavorato anche per Google.

Titarenco sta infatti lavorando su Game:ref, un dispositivo hardware anti-cheat. Non sempre le soluzioni software permettono d'identificare e bloccare i cheater. Ci sono cheat definiti "ring 0" o a livello kernel che operano in modo subdolo, nei livelli più bassi della CPU, là dove non possono arrivare le tradizionali contromisure - almeno non senza permesso.

Game:ref

Ecco Game:ref, Arduino vs. cheaters!

Per questo, secondo l'ingegnere, là dove non può arrivare il codice potrebbe giungere l'hardware. "I triggerbots in CS:GO (persino su reti LAN) sono comuni. Sono disponibili hack per la pressione automatica dei tasti in DOTA 2 e League of Legends. Perché? I software anti-cheat (VAC, ESEA, ESL Wire) sono deboli e facilmente battibili".

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Game:ref è un dispositivo hardware open (Arduino) da collegare al PC che confronta i dati del dispositivo di input (il mouse) con i dati rilevati dal gioco, controllando che tutto quadri.

"Il prototipo rileva il 100% degli hack basati sugli input", spiega Titarenco. Il dispositivo, presto al centro di una campagna di crowdfunding su Kickstarter, nasce con diversi obiettivi: eliminare tutti i cheat software dai giochi online, fare altrettanto nei tornei LAN, mettere in quarantena i cheater identificati e liberare da questa piaga gli sviluppatori.

Game:ref

Game:ref, l'hardware anti-cheat collegato a un PC

Purtroppo Game:ref non riesce a far fronte, almeno al momento, al cheat più diffuso e difficile da rilevare in Counter-Strike, chiamato wallhacking o ESP (extra sensory perception): permette ai cheater di vedere gli altri giocatori nella partita attraverso i muri, un bel vantaggio.

"Il mio obiettivo con il dispositivo è quello di avvicinarmi anzitutto a eventi, organizzatori e LAN Party e poi mi piacerebbe contattare gli utenti finali. Ritengo che sia i giocatori hardcore che quelli occasionali lo vorrebbero. A nessuno piace essere ingannato, non importa se si sta giocando ai massimi livelli o a più bassi. Fa schifo giocare con un cheater", ha dichiarato Titarenco al sito Motherboard.

Qualche dettaglio tecnico in più su Game:ref lo trovate a questo indirizzo. Oltre all'uso nei LAN Party, in modo da assicurare la correttezza delle competizioni (specie quello più affollate) il dispositivo potrebbe essere usato anche per l'online.

Cheating is wrong Simpson

Pensiamo ad esempio a un gioco online capace d'identificare la presenza di Game:ref e permettere al giocatore di divertirsi solo con altre persone in possesso del dispositivo, con la sicurezza di non avere a che fare con i "bari".

Ovviamente queste sono solo supposizioni, dato che Game:ref non deve solo raccogliere i fondi necessari per diventare realtà, ma trovare anche il beneplacito dell'industria del gaming. In bocca al lupo a Titarenco, che se non altro spera che un mondo migliore - anche nei giochi online - sia possibile.