Impedire l'accesso al Web è una violazione dei diritti umani

Impedire intenzionalmente l'accesso a Internet e la libera circolazione delle informazioni è una violazione dei diritti umani: l'ha stabilito il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite con una risoluzione non vincolante. Russia, Cina e Arabia Saudite contrarie, ma anche il Sud Africa.

Avatar di Alessandro Crea

a cura di Alessandro Crea

Il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione non vincolante che condanna tutti quei Paesi che impediscono intenzionalmente l'accesso a Internet ai propri cittadini.

La risoluzione si basa su precedenti dichiarazioni delle Nazioni Unite riguardo ai diritti digitali, e riafferma la posizione secondo cui "i diritti garantiti offline alle persone devono essere protetti anche online", in particolare per quanto riguarda la libertà di espressione, garantita dall'articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

unhrc

La risoluzione è stata approvata a maggioranza per via dell'opposizione di alcune nazioni con governi autoritari, come Cina, Russia e Arabia Saudita, ma anche alcune democrazie come l'India e il Sud Africa si sono dichiarate in disaccordo. In particolare il passaggio della discordia riguarda la frase in cui si "condannano in modo inequivocabile misure per prevenire o interrompere intenzionalmente l'accesso alla nostra diffusione delle informazioni on-line".

Thomas Hughes, direttore esecutivo di Articolo 19, un ente che difende la libertà di espressione, ha accolto con favore la risoluzione, dichiarando in un comunicato stampa che "dall'impunità per le uccisioni di blogger alle leggi che criminalizzano il legittimo dissenso sui social media, i principi fondamentali dei diritti umani sono ignorati per imporre maggiori controlli sulle informazioni che vediamo e condividiamo on-line."

Ricordiamo che le risoluzioni di questo tipo non sono giuridicamente vincolanti, ma contribuiscono comunque ad aumentare la pressione sui governi, dando maggior valore alle azioni dei sostenitori dei diritti digitali in tutto il mondo.