In Cina dopo le criptovalute la repressione mira agli NFT

Non è un mistero che la Cina voglia eliminare i mercati crittografici per favorire l'affermazione dello yuan digitale, il proprio CBDC. Così dopo le criptovalute, ora la repressione mira a stroncare anche il mercato degli NFT.

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a cura di Alessandro Crea

L'ultimo sviluppo nella repressione delle criptovalute cinesi ha visto le autorità limitare i token non fungibili (NFT) a semplici oggetti da collezione digitali, ovvero non possono più essere scambiati a scopo di lucro, imponendo un divieto di NFT come parte del business decentralizzato.

Inoltre, le autorità hanno anche ascoltato eminenti società Internet per assicurare che gli NFT non possano essere utilizzati per nient'altro che oggetti da collezione virtuali. Tuttavia, l'industria NFT non andrà giù senza combattere. Mentre le società Internet cinesi continuano a lanciare piattaforme di trading NFT, anche attori commerciali come McDonald's stanno entrando nell'industria tokenizzata indipendentemente dalle pressioni delle autorità.

"Le società Internet cinesi stanno entrando attivamente nel campo NFT. Tencent e Alibaba hanno entrambi aperto piattaforme di trading NFT ... McDonald's China e DHL China hanno appena pubblicato i loro primi NFT", ha twittato il giornalista Colin Wu. Intanto, all'inizio di questo mese, il gigante degli hamburger, McDonald's China ha lanciato il suo primo token non fungibile (NFT), chiamato "Big Mac Rubik's Cube", per commemorare il 31° anniversario del franchising nel mercato continentale cinese.

Pur prendendo di mira gli NFT di McDonald's, il governo autoritario della Cina cerca anche la collaborazione dell'azienda per facilitare la promozione della CBDC cinese espandendo l'uso dello yuan digitale in tutta la sua catena. L'obiettivo del governo cinese è quello di spazzare via completamente le criptovalute dal suo territorio e sostituirle con lo yuan digitale centralizzato.