In Giappone due anni di galera per chi scarica illegalmente

La nuova legge giapponese sul download illegale è molto restrittiva, e le sanzioni pesantissime. I governanti di Tokyo sperano così di arginare le ingenti perdite del settore.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Chi scarica musica e film in Giappone potrebbe finire in prigione per due anni, o pagare una multa di circa 25.000 euro. Questo è quanto stabilisce una nuova legge approvata ieri nel Paese, le cui basi erano state poste lo scorso giugno, quando i governanti nipponici avevano stabilito che il download illegale è un crimine penale oltre che un illecito amministrativo.

Si tratta probabilmente della legge sul P2P più restrittiva al mondo, soprattutto perché punisce in modo drastico il semplice atto di scaricare. Nel resto del mondo invece si cerca di perseguire l'upload, per quanto difficilmente le due azioni si possano separare.

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Le note "leggi dei tre colpi" inoltre non sono solo mirate a colpire chi carica e condivide contenuti (non chi scarica), ma sono anche più permissive rispetto alla normativa giapponese: nell'arcipelago asiatico chi fa l'upload di contenuti rischia fino a dieci anni di prigione e una multa pari a circa 125.000 euro.

La causa di tanta aggressività è forse da ricercarsi nella profonda crisi che sta vivendo l'industria musicale giapponese, ancora maggiore rispetto al resto del mondo. Un declino che si vuole combattere con l'artiglieria pesante, a quanto pare.

La scelta fatta dai governanti di Tokyo è diametralmente opposta a quella presa la settimana scorsa dai giudici portoghesi. La Procura Nazionale del Portogallo ritiene infatti che "dal punto di vista giuridico, pur tenendo conto del fatto che gli utenti agiscono sia da uploader che downloader nelle reti file-sharing, la condotta è lecita anche se continuano a condividere una volta che lo scaricamento è completato".

Una differenza abissale nelle due posizioni, superiore anche alla distanza geografica che separa i due paesi. A Lisbona ha più importanza la libertà di espressione e la privacy degli utenti, sempre che le azioni dannose non abbiano fine di lucro. A Tokyo invece hanno vinto i diritti dei produttori musicali e cinematografici, che notoriamente mettono sullo stesso piano lo scaricare una canzone con il rubare un disco; una posizione discutibile per quanto, per citare un noto spot antipirateria, ci sarebbero molte persone che se potessero scaricherebbero un'auto senza pensarci due volte.