In India uno sciopero contro Microsoft

I rivenditori IT indiani contro Microsoft in una vicenda eticamente complicata

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a cura di Manolo De Agostini

I rivenditori IT indiani sono sul piede di guerra contro Microsoft, rea di aver recapitato loro una multa di 200 mila rupie (3500 euro) per la commercializzazione di software contraffatto. La protesta coinvolge la regione di Gujarat, nell'India occidentale, dove è ormai uso comune l'installazione gratuita del sistema operativo, non tanto per dedizione all'illegalità dei rivenditori, ma per una situazione contingente: la popolazione dell'area non può pagare il software originale per il costo troppo elevato.

Microsoft avrebbe effettuato alcune ricerche in "gran segreto", appurando questo malcostume in diversi negozi della zona e inviando una richiesta di rimborso di 3500 euro, con l'eventualità di un incremento a 30 mila nel caso si perpetrasse l'illecito.

A questo punto i rivenditori IT si sono coalizzati e la South Gujarat Information Technologists Association (SITA) ha proclamato un giorno di sciopero contro un atteggiamento che a loro modo di vedere li tratta come se fossero delinquenti, quando invece le cose sono ben diverse:

i riventori IT non percepirebbero infatti nessun tipo di pagamento per l'installazione del sistema operativo contraffatto, fornendo di fatto un servizio gratuito, dovuto a problematiche esistenti a cui l'azienda di Redmond sembra essere cieca. Oltre allo sciopero, la SITA interverrà con iniziative volte a boicottare Microsoft alla fonte, cercando di convincere i distributori a interrompere l'acquisto di software Microsoft.

I rivenditori IT vorrebbero quindi una netta virata nelle politiche dei prezzi Microsoft in India e iniziative atte a sensibilizzare i cittadini sull'acquisto di materiale originale.

La risposta di Microsoft non si è fatta attendere:

"Microsoft, attraverso i suoi sforzi e le collaborazioni con altri gruppi industriali, è impegnata a incrementare la consapevolezza e l'apprezzamento per i diritti di proprietà intellettuale e il software originale. Inoltre Microsoft lavora con il canale per aiutarli a capire i benefici del software originale. Ci aspettiamo che i nostri partner del canale ci supportino per allargare il messaggio tra i consumatori finali e continueremo a supportare tutte le iniziative di questo genere".

Microsoft scarica la responsabilità della sensibilizzazione verso i propri partner, affermando che quanto richiesto dai rivenditori è attuato sul campo. Nessuna menzione alle multe o allo sciopero, ma una seria difesa della proprietà intellettuale.

La domanda che vi poniamo è molto semplice: chi ha ragione? I rivenditori che protestano o Microsoft che difende le sue proprietà intellettuali?