In Italia la crisi del mercato PC è nerissima

L'ultimo rapporto Assinform conferma che il segmento PC tradizionale ha registrato un -17,5%. Tengono botta solo i tablet e gli smartphone. È comunque tutto l'IT a essere in crisi con un meno 2,1% nel primo semestre 2012.

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a cura di Dario D'Elia

La crisi del mercato IT italiano prosegue ma almeno il trend negativo accenna a rallentare grazie alla diffusione delle tecnologie cloud e al successo dei tablet, nonché gli smartphone. L'ultimo rapporto Assinform sul primo semestre 2012 sembra un bollettino di guerra. Rispetto allo stesso periodo del 2011 si registra un -2,1%.

"Tutte le componenti classiche dell’IT hanno sofferto, in  particolare l’hardware (2.172 milioni, -7,1%) e l’assistenza tecnica (303 milioni, -6,8%)", si legge nella nota Assinform. "Hanno sofferto anche i servizi (4.025 milioni, -3,3%), mentre il software è calato molto meno (1.926 milioni, -0,6%), grazie all’importanza che esso ha anche per l'adeguamento delle dotazioni tecnologiche esistenti". Il successo dei tablet (+77,1%) purtroppo non è stato in grado di sopperire alla contrazione del segmento dei PC (-17,5 %). Consistente è anche la riduzione delle vendite in tutti gli altri segmenti (medi e grandi sistemi, stampanti, sistemi di storage, ecc), ove il cloud computing sta stimolando il passaggio dall’acquisto alla fruizione in rete e on demand di un novero crescente di risorse IT.

Scaffale, scaffale, scaffale

"Sull’andamento del software (-0,6%) ha influito la debolezza della domanda di applicazioni (-1,1%) e anche del software di sistema (-1,2%), che ha scontato la contrazione delle vendite hardware", continua la nota. "A sostenere la domanda di software è stato il middleware, con la crescita delle componenti per la sicurezza, l’archiviazione e l’IT management, essenziali anche per il passaggio al cloud".

Per quanto riguarda il comparto delle telecomunicazioni (- 1,3%) bisogna rilevare il calo del mercato a rete fissa (-2%) e a rete mobile  a 11.055 milioni. Le uniche note positive provengono dai terminali, che si sono attestati a 2.600 milioni di euro, in crescita del +4,4%, e dalle infrastrutture a 1.650 milioni, in crescita del + 2,2%. Nell’insieme terminali e infrastrutture hanno fatto registrare una ripresa del 3,5% su primo semestre 2011.

Diversi e meno severi sono gli andamenti rilevati per il "global digital market" che include ambiti fino ad oggi esclusi dal perimetro ICT (es. contenuti digitali, apparecchiature home-office connettibili in rete, Internet delle cose, ecc) e riclassifica l’intero mercato  in 4 aree: dispositivi e sistemi, software e soluzioni ICT, servizi ICT e di rete, e-content e pubblicità digitale.

"Rispetto  al mercato ICT tradizionale e nei  primi sei mesi del 2012 il global digital market (33.496 milioni) non solo è risultato superiore di 5200 milioni ma è anche calato di meno (-1,3%)", sottolinea il documento. "Più in particolare, a fronte di un calo dei servizi ICT e di rete (19.788 milioni, -2,9%) e di una sostanziale staticità dei dispositivi e sistemi (8419 milioni, -0,5%), sono cresciuti il software e le soluzioni ICT (2479 milioni, +2%) e l’ e-content/pubblicità digitale (2810 milioni, +4,7%)".

Quali sono quindi le previsioni complessive per il 2012? Indicativamente si stimano  per il mercato ICT tradizionale 56.549 milioni (-2,6%), con l'IT a 16.889 milioni (-4,4%) e le telecomunicazioni a 39.660 milioni (- 1,8%). Il global digital market dovrebbe chiudere con un -1,4%.

"Nel primo semestre del 2012 il mercato dell’Information Technology ha subito, dopo la perdita del 2011 (-1,7%), un’ulteriore contrazione, pari a -3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente", ha dichiarato il presidente Assinform Paolo Angelucci. "È questo un risultato allarmante che aggrava i contorni della recessione. Rinunciare a investire in innovazione, come molte imprese sono costrette a fare oggi, anche loro malgrado, significa soprattutto rinunciare a crescere in competitività, efficienza e produttività, contribuendo ad avvitare verso il basso la spirale della crisi economica".