In Italia si può finalmente lavorare all'Agenda Digitale

Approvato di recente, lo statuto per l'Agenda Digitale rende di fatto operativa l'Agenzia che guida la messa in pratica del documento. L'inizio delle attività è ormai imminente, salvo svolte di natura politica.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

L'Agenzia per l'Agenda Digitale è finalmente operativa, e si occuperà di concretizzare il piano approvato dal ministro Passera per l'evoluzione tecnologica dell'Italia. Approvata lo scorso dicembre, infatti, l'Agenda Digitale dovrebbe mettere in pratica riforme per rendere la cosa pubblica meno costosa e più leggera, in nome del digitale.

Chiave del nuovo passaggio è l'approvazione dello statuto che regolerà l'Agenda Digitale, di cui ha dato notizia il ministro Corrado Passera tramite Twitter, secondo cui l'Agenzia potrà ora attivarsi per "dotare i cittadini di servizi più efficienti".  

"Ora abbiamo lo strumento necessario per dare continuità all'attuazione delle strategie e dei principali obiettivi contenuti nell'Agenda digitale italiana ed europea, che consideriamo prioritari per la crescita e lo sviluppo del Paese", hanno commentato i ministri Griffi, Profumo e Grilli insieme al loro collega – l'Agenda Digitale è infatti guidata da una "cabina di regia" che fa capo a quattro diversi ministeri.

"Finalmente siamo operativi. Senza statuto l'agenzia non poteva funzionare", ha invece commentato il direttore generale della neonata agenzia Agostino Ragosa - nominato lo scorso ottobre e in precedenza direttore operativo di Poste Italiane.

Ora manca la nomina del nucleo direttivo, dopoché "faremo una relazione al Parlamento per indicare come intendiamo attuare il piano Ict nazionale", spiega Ragosa, che da ottobre a oggi ha sostanzialmente aspettato che le cose si sbloccassero.

L'attuazione dell'Agenda Digitale, e il lavoro dell'Agenzia, si tradurrà in azioni per diffondere la banda larga, digitalizzare i servizi pubblici, snellire l'amministrazione, dematerializzare la carta, rendere le città più intelligenti (smart city), spingere la diffusione dei mezzi di pagamento elettronici e altro.

Corrado Passera

Non mancano le perplessità, per non parlare di vere e proprie lamentele. Diverse organizzazioni sindacali ed esponenti politici di tutte le fazioni hanno rilevato che la decisione va oltre i compiti di un governo dimissionario, ma soprattutto che l'Agenda Digitale rischia di creare più spese che risparmi.

In particolare, si gettano ombre e sospetto su una struttura che, a prima vista, non è in effetti realizzata "in economia". 16 dirigenti, 150 dipendenti, un direttore che può assegnare sei incarichi biennali senza consultarsi: c'è in effetti il rischio che questa nuova struttura finisca per diventare un altro esempio di spreco e di clientelismo. Speriamo di no.