In Russia si pensa di sostenere il mining di bitcoin col gas

Il governo russo sta prendendo in considerazione un nuovo progetto per estrarre bitcoin con gas associato, ovvero gas naturale disciolto nel petrolio, che quindi andrebbe normalmente perduto durante l'estrazione del petrolio.

Avatar di Alessandro Crea

a cura di Alessandro Crea

Vasiliy Shpak, vice ministro dell'Industria e del Commercio della Russia, ha riferito di aver presentato una proposta alla banca centrale russa e al Ministero dello Sviluppo Digitale per utilizzare le attrezzature petrolifere del Paese per estrarre criptovaluta.

Secondo un rapporto di Kommersant, la proposta proverrebbe originariamente da compagnie petrolifere e del gas locali, che lo scorso 7 settembre hanno chiesto un riscontro al governo sull'argomento.

Le aziende hanno specificamente proposto di utilizzare il gas associato per alimentare i data center per il mining di bitcoin. Quest'ultimo è un tipo di gas naturale normalmente disciolto nei giacimenti di petrolio, che costituisce un sottoprodotto della trivellazione petrolifera e che, a causa dell'incredibile costo di un'adeguata infrastruttura, viene spesso sprecato attraverso il flaring, la pratica per cui il gas in eccesso viene semplicemente bruciato, e quindi sprecato, per poter poi estrarre il petrolio.

Il governo russo ha tentato di ridurre il gas flaring al fine di ridurre le emissioni, ma ha faticato a raggiungere gli obiettivi a causa della mancanza di infrastrutture necessarie. L'utilizzo del gas per il mining di Bitcoin potrebbe potenzialmente migliorare l'efficienza dell'utilizzo del gas naturale nella generazione termica attraverso "moduli ibridi di estrazione di valuta digitale", ha riferito Shpak nella lettera.

La scorsa settimana, il presidente russo Vladimir Putin aveva dichiarato che era "un po' presto" utilizzare le criptovalute per regolare le negoziazioni petrolifere. Il presidente però aveva anche ammesso il potenziale della criptovaluta per il trasferimento di fondi a livello globale.