In un mondo di mondi abbiamo bisogno degli extraterrestri

Un libro straordinario a cavallo fra Scienza e Filosofia che tocca tutti gli aspetti della ricerca di vita extraterrestre, dalle idee del passato alla tecnologia di oggi.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Spesso basta parlare di extraterrestri per attirare l'attenzione. Quello che succede dopo, nella maggior parte dei casi, è che chi è stato "attirato" se ne va deluso. Deluso perché alle grandi aspettative non sono corrisposte prove di alcun genere, deluso perché nonostante tutto l'impegno possibile di risposte chiare e definitive non ce ne sono.

Forse - ho pensato - più che dalla Scienza dovremmo partire dalla storia. È così che sono arrivata a leggere Un mondo di mondi. Alla ricerca della vita intelligente nell'Universo, un libro scritto a quattro mani dal filosofo Giulio Giorello e dal fisico Elio Sindoni. Credevo che non mi sarebbe piaciuto perché ho amato la Scienza più che la Filosofia, con rispetto ovviamente per chi si occupa della seconda. Invece ho dovuto ricredermi, ed è per questo che ho deciso di proporvelo.

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Il punto è che chi è appassionato di Scienza e segue più o meno assiduamente le notizie che riguardano l'esplorazione spaziale, la nascita e l'evoluzione del Sistema Solare e via dicendo avrà sentito nominare decine di volte termini come la panspermia, avrà letto teorie riguardo al fatto che esistano altri mondi come la Terra. 

Giorello e Sindoni hanno il primo grande merito con il loro libro di aver chiarito in maniera nazional popolare che tutto questo arriva da molto prima che si sviluppasse la ricerca scientifica. Arriva da personaggi che escono direttamente dai libri del liceo, come Anassimandro, Anassagora, Kant, eccetera. Fu il primo di essi infatti a pensare (e rimandare ai posteri) che in altri mondi potessero esistere creature che si sono evolute come l'uomo. Il secondo mise invece sul piatto l'ipotesi della panspermia.

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Foto: Depositphotos, diversepixel

Così facendo gli autori tracciano un filo diretto fra la Filosofia e la Scienza, in cui appare naturale quello che in realtà è accaduto, ossia che quelle che erano ipotesi filosofiche siano successivamente (e tuttora) passate al vaglio della Scienza alla ricerca di conferme, in un percorso che l'uomo sta intraprendendo da secoli, e di cui siamo forse solo all'inizio.

Perché le molte risposte che cerchiamo oggi non ci sono, alcune arriveranno, molte non le avremo nell'arco di una vita. Il che non significa che stiamo cercando per niente, che tanto vale smettere, anzi. Vuol dire che la ricerca deve continuare proprio perché le domande sono innate nell'uomo, com'è innato l'istinto di alzare gli occhi al cielo. Un background importante per comprendere la ricerca di oggi, di cui si parla nella seconda metà del libro, dopo una prima parte filosofica in cui si racconta come, a partire dall'antichità, pensatori e letterati abbiano immaginato la vita su altri pianeti.

Lo stesso titolo, "un mondo di mondi", era il modo in cui Immanuel Kant identificava la Via Lattea, che ai suoi tempi era l'unica galassia conosciuta. Se state pensando - quando leggerete il libro - di passare direttamente alla seconda parte lo sconsiglio, perché nella prima ci sono informazioni storiche e spunti di riflessione a mio avviso imperdibili.

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Foto: Depositphotos, Shad off

In secondo luogo, ho trovato azzeccatissimo in questo libro il grande equilibrio fra tecnica e poesia, che lo rende piacevole al pubblico più ampio possibile, ai non tecnici (ci sono davvero pochi tecnicismi, anche nella seconda parte) come ai tecnici che magari non si sono soffermati più di tanto a riflettere sulla provenienza di certe idee, che vengono quotidianamente cavalcate dalla Scienza come dalla Fantascienza. E che non possono essere ridicolizzate come "la caccia all'extraterreste", come se fosse una puntata al Supernalotto, o uno sfizio che qualche pazzo ha pensato di togliersi.

A passare dalla teoria alla pratica ci pensa la seconda parte, quella più concreta, dove si parla delle tecniche dispiegate per cercare la risposta alla domanda che da sempre l'uomo si pone, al paradosso di Fermi. Qui gli autori riassumono in maniera asciutta e discorsiva i dati raccolti sfruttando le nostre conoscenze cosmologiche e biologiche.

La parte più interessante è però quella su cui si soffermano su un punto ben preciso: quanto sia credibile l'idea che la vita si sia sviluppata su un pianeta extraterrestre analogamente a quanto è avvenuto qui. Tutto il testo fa riflettere, ma fra le tante citazioni ce n'è una che colpisce più di altre, quella del biologo Ernst Mayr che vi ripropongo parzialmente:

"Che probabilità avremmo di riuscire a comunicare con questi esseri? Per riuscirvi, dovremmo riuscire a soddisfare un certo numero di requisiti. Anzitutto, questi organismi dovrebbero possedere organi di senso simili ai nostri. Se la loro civiltà si basasse esclusivamente su stimoli olfattivi o acustici, non verrebbe mai loro in mente di inviare dei messaggi radio (...) Il nostro pianeta è stato abitato per diversi milioni di anni da torme di cacciatori-raccoglitori assai intelligenti, i quali non avrebbero mai costruito dei radiotelescopi, poiché ciò presuppone l'esistenza di una civiltà in grado di usare segnali radio (...) Ciò che è particolarmente caratteristico delle varie civiltà è la loro ridotta aspettativa di vita (...) Se ci fossero stati dei pianeti dotati di civiltà elettroniche, e se tali civiltà avessero inviato dei segnali sulla Terra - prima del 1900, durante il breve periodo in cui si è consumata la loro esistenza - diciamo verso l'anno 1000, o verso il 1500 o il 1900, nessun abitante del nostro pianeta li avrebbe captati, perché essi sarebbero stati anteriori alla nascita della nostra civiltà elettronica".

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Finirete il libro con più domande che risposte, e soprattutto con la consapevolezza che la ricerca di vita extraterrestre nasce in prima battuta del bisogno dell'uomo di non sentirsi solo.


Tom's Consiglia

Se le moderne tecniche di ricerca della vita extraterrestre vi incuriosiscono leggete il libro Dove sono tutti quanti? Un viaggio tra stelle e pianeti alla ricerca della vita di Amedeo Balbi, ricercatore impegnato proprio in questo campo.