Informazione online a rischio: il disegno di Legge di Butti

Il Senatore PdL Butti ha firmato un disegno di legge che propone di cambiare la legge sul diritto d'autore. L'utilizzo o la riproduzione online di articoli di attualità pubblicati nelle riviste o nei giornali dovrebbe essere soggetto ad accordi con le associazioni degli editori.

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a cura di Dario D'Elia

Il diritto di informazione e citazione di articoli di riviste o giornali rischia di essere subordinato ad accordi preventivi con le associazioni degli editori. In pratica, se mai un giorno, il Parlamento decidesse di approvare il disegno di legge del Senatore Alessio Butti (PdL) l'informazione online rischierebbe di pagarne le gravi conseguenze. Come riporta l'avvocato IT Guido Scorza sul suo blog, si parla di intervenire sulla legge sul diritto d'autore alterando la voce riguardante le libere utilizzazioni.

"[...] l'utilizzo o la riproduzione, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, di articoli di attualità pubblicati nelle riviste o nei giornali, allo scopo di trarne profitto, sono autorizzati esclusivamente sulla base di accordi stipulati tra i soggetti che intendano utilizzare i suddetti articoli, ovvero tra le proprie associazioni di rappresentanza, e le associazioni maggiormente rappresentative degli editori delle opere da cui gli articoli medesimi sono tratti", si legge nella proposta Butti, presto in esame presso la Commissione Giustizia al Senato della Repubblica.

Alessio Butti

Il termine "utilizzo" appare infatti ambiguo poiché si potrebbero tirare in ballo l'indicizzazione attuata dai motori di ricerca, la pubblicazione degli estratti, la diffusione con i post, etc. Oggi molte testate online citano liberamente come fonti quotidiani e riviste di ogni genere, nella maggior parte dei casi linkando alle testate stesse. In ogni caso esiste già una normativa che risponde al problema della violazione delle norme sul diritto d'autore. 

Che cosa ha esattamente in mente il Senatore Butti? Per Scorza la chiave del problema è l'attribuzione di significati diversi ai termini utilizzo e riproduzione, con tutte le conseguenze del caso sulle operazioni di indicizzazione. Quasi come se si stesse immaginando uno scenario dove Google possa essere costretto a pagare qualcosa all'Associazione Italiana Editori per portare avanti Google News o il suo motore di ricerca.

Non resta che attendere l'esame del disegno di legge, con la speranza che vengano coinvolti nel dibattito non solo AGCOM ed editori - come nella prima seduta del 21 febbraio scorso.