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a cura di Elena Re Garbagnati

L'INRiM, Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, insieme all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna hanno collaborato al progetto di ricerca MIMAS (Procedures allowing medical-implant manufacturers to demonstrate compliance with MRI safety regulations) per comprendere i rischi legati alla risonanza magnetica sui pazienti portatori di protesi ortopediche, placche metalliche, pacemaker e altri dispositivi medici.

Il problema riguarda più persone di quelle che si potrebbe pensare: in tutta Europa infatti riguarda cinquanta milioni di persone, quasi il 10 per cento della popolazione. Si tratta di soluzioni mediche indispensabili, ma è  un'incognita quello che accade nel caso in cui si renda necessaria una risonanza magnetica: quali sono gli effetti collaterali, che rischi comportano i più intensi campi magnetici degli apparecchi di ultima generazione?

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Oggi le protesi sono già realizzate con materiali compatibili con la MRI e adeguate procedure di preparazione e scansione mettono al riparo da incidenti. Ma le apparecchiature di ultima generazione, che consentono di ottenere diagnosi più accurate grazie a un campo magnetico di intensità maggiore (tre tesla e oltre), riaprono il problema della sicurezza. Uno su tutti il fatto che in talune condizioni l'interazione tra materiali metallici dei dispositivi medicali impiantabili e i campi magnetici della MRI possono generare un aumento di temperatura. Il progetto MIMAS è proprio volto a tutelare l'incolumità dei pazienti, testando e certificando la compatibilità delle protesi con l'esposizione ai campi magnetici.

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Al gruppo di ricerca hanno partecipato anche il consorzio gli istituti metrologici di Germania (PTB) e Regno Unito (NPL) e l'azienda svizzera Zurich MedTech AG, esperta nelle simulazioni numeriche dei campi elettromagnetici; il finanziamento è invece di EURAMET, l'associazione che riunisce e coordina gli istituti metrologici europei.

La ricerca è necessaria perché una valutazione scientifica e documentata dei rischi è complessa e costosa, e per questo è fuori dalla portata delle radiologie e dei singoli costruttori di sistemi protesici. Con il progetto MIMAS invece si potranno "individuare criteri di fabbricazione, procedure e protocolli aggiornati che permettano ai costruttori di realizzare prodotti sicuri, la cui compatibilità con le moderne MRI sia documentata e certificata", come ha spiegato Luca Zilberti, responsabile per INRiM del progetto e ricercatore nell'ambito della Metrologia per la Qualità della vita.

Si terranno simulazioni basate su modelli virtuali del corpo umano ed esperimenti in cui le protesi saranno sottoposte a una verifica del proprio comportamento in presenza di un campo magnetico intenso e variabile. I risultati consentiranno di sviluppare e usare "su vasta scala strumenti per la predizione dei possibili incrementi di temperatura nei sistemi protesici passivi, come le protesi d'anca e di ginocchio impiantati su pazienti sottoposti ad MRI", ha aggiunto Fabio Baruffaldi, responsabile del progetto per lo IOR.


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