Intel, Brian Krzanich: ecco perché scommettiamo sui maker

L'AD di Intel spiega il rinnovato interesse verso la comunità dei maker: "sono gli ingegneri di domani" e fa il punto sull'andamento dell'azienda nel settore mobile.

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a cura di Manolo De Agostini

Il cambio della guardia nel maggio dello scorso anno e subito una chiara discontinuità. Il passaggio di consegne tra Paul Otellini e Brian Krzanich ha segnato un cambio di pelle per Intel, più attenta al mondo degli hobbisti e dei maker. L'amministratore delegato, intervistato da Recode, sembra avere le idee molto chiare.

"Sono gli ingegneri del futuro. Bisogna avere una presenza in quell'ambito. Vogliamo che conoscano Intel e la nostra architettura. Qualsiasi azienda scelgano (per i loro progetti, ndr), almeno sanno chi siamo". I maker, giovani e meno giovani, orma sono una realtà che è qui per restare. Tante aziende se ne sono accorte e in Italia abbiamo il fulgido esempio di come l'hardware possa essere al servizio della creatività: Arduino.

Brian Krzanich, amministratore delegato di Intel

Intel ha messo piede in questa partita con Galileo, un primo passo - seppur non perfetto - che va nella giusta direzione, a patto di saper raccogliere il feedback della comunità, soprattutto da eventi come la Maker Faire (l'appuntamento romano si terrà dal 3 al 5 ottobre), di cui la nuova Intel di Krzanich è sponsor principale.

"La prossima grande innovazione potrebbe uscire da quella comunità", ha dichiarato l'amministratore. "Sono persone che stanno inventando. Sono dei creatori. Sono ragazzi che provano a realizzare qualcosa e la mettono su Kickstarter", ha sottolineato Krzanich. L'obiettivo è quindi fare comunità, entrando nella testa e nel cuore degli ingegneri di domani.

L'obiettivo è arginare la diffusione dell'architettura ARM, ormai straripante. Nel settore mobile, regno delle architetture del progettista inglese, Intel è salita sul treno con molto ritardo. Quest'anno l'azienda conta di avere i suoi chip su 40 milioni di tablet, quadruplicando il numero rispetto al 2013, mentre nel 2015 si punta ai 70 milioni. L'anno prossimo però potrebbe essere quello della "zampata" nel settore degli smartphone.

Il colosso dei microprocessori in quell'area è praticamente un fantasma, ma non è ancora pronto a gettare la spugna. Krzanich, sempre a Recode, si è detto ottimista, anche se è presto per fissare un obiettivo. Per farlo vi sono due condizioni: vedere a che punto sono i nuovi prodotti - sia come processo produttivo che prestazioni - e intavolare discussioni con i propri clienti più avanti nell'anno.

L'amministratore delegato nonostante Intel abbia dormito sugli allori di un mercato PC ormai sempre più contratto, vede possibilità in questo settore. Qualcomm domina negli Stati Uniti e in Europa Occidentale, ma "il mercato dove la crescita è più veloce è la Cina ora e non è dominato da un singolo attore".

Ed è per questo che con le soluzioni "SoFIA" a basso costo, prodotte da TSMC, e il freschissimo accordo con Rockchip Intel pensa di essere ancora della partita, partendo proprio dall'immenso catino di consumatori che è l'Asia. Ce la farà? Difficile dirlo, Intel ha di fronte una montagna e se vuole scalarla deve essere pronta a tutto. Anche a rimetterci dei soldi come sta facendo con i tablet. Però tutto parte dai prodotti, quindi non resta che attendere i progetti per il 2015 per farsi un'opinione migliore.